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Ma nel campo largo si insegna a fare molotov alle collaboratrici domestiche?

Andrea Marcenaro

Ricordare il ’68. Partecipazione. Commozione. Punte di nostalgia. Citare Budapest. Praga. Nascita del Manifesto. Dubcek. Arcipelago gulag. Pasternak. E le ferie pagate? 

Campo largo. Comunicato di servizio numero 3. Convocare neocollaboratrice domestica ucraina numero uno. No campanellino, a voce. Spedirla, dotata di tanichetta, al distributore più vicino. Benzina. Convocare collaboratrice ucraina numero due: “Subito qui con sei bottiglie di Cristal. No le piene, le vuote”. Ricordare il ’68. Partecipazione. Commozione. Punte di nostalgia. Citare Budapest. Praga. Nascita del Manifesto. Dubcek. Arcipelago gulag. Pasternak. Dottor Zivago. Lara. Feltrinelli. Il Papa Buono. Scevcenko, non il centravanti, il poeta nazionale. Non dimenticare Kiev. Bon. Riempire le bottiglie. Stoppacci pucciati per un lembo del lino, più giro esterno, a scendere, dell’altro lembo: “Ecco come si fa una molotov, compagne”. Internazionalismo. Resistenza. Stalin. Lenin. Carestia. Lacrime. Abbracci forti. Far riporre le bottiglie in dispensa. Richiesta di vacanze pagate? Tirargliene due. Prima domanda di aumento: tutte e sei.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.