Matteo Salvini a Lampedusa (foto LaPresse)

Un brodino caldo per Salvini

Andrea Marcenaro

Un anno fa avrebbe vinto sicuro, oggi è ridotto a trasferirsi a Lampedusa per insultare quei disgraziati sopravvissuti alla traversata

Bisogna aver pazienza. Pazienza, unita a un briciolo di comprensione. Un signore che, al punto in cui si trova, potrà andare a cena soltanto col senatore Bagnai, ha comunque diritto a una parola buona. Un signore che viene fresco fresco dal prendere duecento miliardi di sberle in Europa possiede tutti i titoli per invocare la Madonna. Eccome se li possiede. Uno sfigato che, se si fosse votato un anno fa (come spingevano a fare i più acuti editorialisti del Circo Togni), avrebbe vinto sicuro e invece, mannaggia, ha certamente perso. Che smarrisce per strada gli alleati. Uno che ormai deve farsi orrore da solo, per quel ritmato ritorno ad azzannare i polpacci dei disgraziati sopravvissuti alla traversata. Che è ridotto a trasferirsi a Lampedusa per insultarli. Che avrebbe bisogno, lui sì, di un brodo caldo, ecco, cosa ancora vorreste fare a un tipo del genere? Se non avere una parola buona? Se non spiegargli che in fondo lo capiamo? Che mai, mai come nel suo caso, la fine giustifica i mezzucci?

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.