Manuel e Mirca Pasqual (foto LaPresse)

Gentile e onesta Mirca Pasqual

Simonetta Sciandivasci

Si sono innamorati a una sagra e, poco dopo, sposati sulle note di “Piccola stella senza cielo” di Ligabue

Dimentica, forse, di quando Firenze fu capace di esiliare Dante Alighieri, Mirca ha accolto con smarrimento la decisione della società viola di non confermare, a maggio scorso, il contratto di suo marito, Manuel Pasqual, il “settimo giocatore più rappresentativo della Fiorentina” e di cederlo all’Empoli, dopo undici anni di fedeltà assoluta. Eppure, in quella città ingrata e corrotta dal Giglio magico, i Pasqual hanno deciso di continuare a vivere e allevare i loro tre bambini, pagando Imu, Tasi e tutto il resto. Quando Manuel fu nominato capitano dei viola, Mirca rilasciò lunghe interviste in cui raccontava di come si fossero innamorati a una sagra e, poco dopo, sposati sulle note di “Piccola stella senza cielo” di Ligabue. Nonostante la canzone non fosse proprio di felice auspicio (“ti staccherai, perché ti tiene su soltanto un filo, sai”) e nonostante l’esilio empolese e la infelice scelta di lei di incorniciarsi il volto, un po’ somigliante a quello di Maroni, con un paio di occhiali, un po’ somiglianti a quelli di Mariastella Gelmini, questo loro decennale matrimonio infiamma quella minoranza fiorentina che gentile e onesta pare, costringendola al rimpianto.

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