una fogliata di libri - overbooking

Ma tutti questi libri, dove li metto?

Antonio Gurrado

Dal metodo cromatico a quello quantitativo, fino alle classificazioni per continente o paese, per data di acquisizione o di pubblicazione, e per priorità di lettura. Ognuno ha il suo metodo per affrontare il problema intramontabile della sistemazione dei propri titoli

Una rubrica che si chiama Overbooking deve affrontare con accuratezza, spirito pratico e costernazione il problema intramontabile della sistemazione dei libri, succedaneo al dramma della selezione dei titoli da conservare una volta ottenuti tramite compravendita, regalia, prestito estorto o furto. L’acquisto dei saggi in materia, da Come ordinare una biblioteca di Roberto Calasso (Adelphi, 127 pp., € 14 euro) a L’arte di governare la carta di Ambrogio Borsani (Editrice Bibliografica, 151 pp., 17 euro), complicherebbe ancor più la questione, aggiungendo volumi ulteriori a quelli già accatastati. Gli esperimenti al riguardo non si contano: agli estremi si collocano il metodo cromatico, fatale a Michael Chabon che, dopo avere sistemato tutti i suoi libri per colore, ha avuto due figli daltonici; e il metodo quantitativo, seguito da Samuel Pepys, che disponeva i propri tremila libri in ordine crescente di numero di pagine. Invalgono però anche classificazioni per continente o paese, per data di acquisizione o di pubblicazione, per formato o genere, per periodo storico o lingua, per rilegatura o collana, infine per priorità di lettura: le elenca Georges Perec in un articoletto uscito nel 1978 sull’Humidité e oggi disponibile in 375 copie numerate, nella traduzione di Eliana Vicari, come Brevi note sull’arte e il modo di riordinare i propri libri (Edizioni Henry Beyle, 30 pp., 25 euro).

Da sempre fedele all’ordine alfabetico per autore, ho scoperto di essere altresì emulo di un amico di Perec, il quale aveva stabilito un numero fisso di libri, espellendo un libro a ogni nuovo ingresso; si scontrò però col caso dei libri collettanei, delle opere complete, delle antologie o delle enciclopedie, e cedé alla tentazione di un numero fisso dapprima di autori, quindi di temi. Addio. Resto invece fedele al principio che, quando un nuovo libro entra in uno scaffale, se non c’è spazio devo disfarmi di un libro vecchio: una delle 375 sottilissime copie di Perec ce l’ho io e adesso vado a sistemarla alla P, sperando che ci entri ma sapendo che il problema intramontabile della sistemazione dei libri va affrontato con accuratezza, spirito pratico, costernazione e, soprattutto, rassegnazione.
 

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