una fogliata di libri

Un'estate

Gaia Montanaro

La recensione del libro di Claire Keegan edito da Einaudi (80 pp., 12 euro)

La vita può cambiare in fretta, all’improvviso. Possiamo non vedere la novità finché non ci arriva addosso e non scardina, con più o meno dolcezza, ciò che abbiamo sempre pensato. Anche di noi stessi. E’ quello che succede a Cáit, bambina irlandese di nove anni che viene mandata a trascorrere un’estate a casa di una coppia di parenti lontani che gestiscono una fattoria. Siamo all’inizio degli anni Ottanta e la famiglia di origine della bambina versa in condizioni difficili, con una madre nuovamente incinta e un padre rude e scostante. Cáit è docile, tranquilla e silenziosa e fin da subito la casa dei Kinsella – Edna e John – si rivela essere un posto sicuro e piano di calore. Un luogo dove sentirsi libera di essere sé stessa fino in fondo. Una vera casa. “Nel punto in cui mi trovo, non posso essere né quello che sono sempre né trasformarmi in quello che potrei essere”. L’estate che ne segue è fatta di cura dell’orto, dell’allevamento degli animali della fattoria, di camminate tra i campi. Vita agreste, semplice e scandita dai ritmi della natura, in cui domina un pozzo la cui acqua non si estingue mai. E’ anche un’estate fatta di silenzi, di bagni serali in cui Edna lava con cura la bambina, la pettina, controlla che la sua pelle non si screpoli per l’arsura del sole o a causa del contatto con le piante. Cáit pian piano rifiorisce, si apre alla relazione con l’altro, si affida ai Kinsella imparando a leggerne le parole e i silenzi. “Camminiamo, e il vento bisbiglia sfiorando il bordo del secchio. Nessuna delle due parla, come fanno qualche volta le persone quando sono felici: appena mi viene in mente questo pensiero però mi rendo conto che è vero anche l’opposto”. La bambina acquisisce un’intelligenza emotiva riuscendo a scoprire qualcosa di più di sé stessa e a intuire il dramma, pacificato, che è sopito tra le quattro mura della casa che l’ha accolta.

Uno dei temi centrali del racconto di Claire Keegan, apparso in forma ridotta per la prima volta sul New Yorker e poi diventato un film toccante e profondo, è quello del prendersi cura, del valore dell’attenzione amorevole per le persone che ci circondano. E’ questa la chiave che permette alla piccola Cáit di fiorire, l’essere guardata e amata come una presenza speciale, come qualcuno da custodire anche per il solo tempo di un’estate. E’ un libro che racconta di come ogni cosa sia importante, ogni piccolo dettaglio possa fare un’enorme differenza nella vita delle persone e possa, a volte, salvarle. Un’estate in cui ogni cosa è illuminata.

    

Claire Keegan
Un’estate
Einaudi, 80 pp., 12 euro

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