una fogliata di libri

I giorni del mare

Gaia Montanaro

La recensione del libro di Pierre Adrian, Atlantide, 160 pp., 22 euro

Quell’estate tornai con un sentimento che conoscevo ma che faticavo a identificare. Quello di ricongiungermi a una felicità certa. Ogni anno, lì, si riproducevano in qualche settimana i misteri di un’intera vita. All’inizio c’è la monotonia di giorni tutti uguali. Poi l’attesa. Subito prima del capovolgimento della metà di agosto, il precipitare doloroso delle ultime sere nella luce autunnale, di già. La fine. Agosto era il mese che somigliava più alla vita”. Con questa consapevolezza, carica di lirismo e dolcezza, inizia l’estate di un ragazzo trentenne che torna a Brest, in Bretagna, per trascorrere le vacanze nella casa dove andava da bambino. Lì c’è tutta la sua famiglia – genitori, una nonna, tanti cugini e conoscenti – lì il tempo pare essersi fermato, incastonato in rituali sempre uguali che rendono il trascorrere dei giorni prima monotono, poi profondamente rassicurante. Un’estate fatta di momenti infiniti, dalle colazioni sotto il portico ai bagni in mare, di calma data dalla certezza di ciò che ci si può aspettare. Brest è il luogo del cuore per il protagonista ma, per capirlo, ha dovuto prima girare il Mondo, sperimentarne la moltitudine per poi essere pronto a tornare a casa, in un’apparente sospensione di vita che in realtà racchiude un’intensità nuova. Un’estate bretone fatta anche di incontri e ricongiungimenti, in particolare con Anna – una ragazza conosciuta quando era bambino e con cui aveva poi perso i contatti – e con un cugino, bambino che sente le cose che lo circondano come lui. “Da sempre, cioè da quando esisto, niente era cambiato nella grande casa. Là, sulla strada del mare, oltre il cancello bianco, nascoste dietro le siepi di ligustro, i tigli, e le ortensie, si trovano le vacanze d’agosto in Bretagna”. Il ricordo di quando si era bambini, dei giorni infiniti e tutti uguali, passa anche dal ritrovare certi luoghi, ambienti, oggetti. Immutabili, sempre negli stessi posti, che raccontano di un’appartenenza, di un significato che non cambia con il trascorrere degli anni. Così come certe persone sembra non si possano incontrare in nessun altro momento che non sia l’estate, appartengono a quella stagione, ne sono legati a doppio filo. 


Pierre Adrian racconta con delicatezza e poesia una storia che appartiene a tutti, fa assaporare un tempo che non sarà più ma che si può aver l’occasione di provare a intercettare di nuovo, tornando sui propri passi, attraverso la preziosità dei ricordi. Dando ascolto e credito al proprio sentire. “Non si torna mai da qualche parte senza un motivo”.  

 

I giorni del mare
Pierre Adrian
Atlantide, 160 pp., 22 euro

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