I sognatori di Lubiana

Iuri Moscardi

La frecensione del libro di Dino Bauk, Bottega Errante, 208 pp., €17 euro

Ci sono molti modi, con diversi gradi di obiettività, per raccontare una guerra: si va dalle dichiarazioni politiche ufficiali, parziali per forza di cose, agli articoli giornalistici e ai servizi dei telegiornali, non sempre attendibili, fino ai bollettini di morti e feriti. Una delle prime guerre raccontate in tv è stata la guerra nell’ex Yugoslavia con cui l’Europa inaugurò i rampanti anni 90 post-muro di Berlino. Eppure, al di là e meglio di ogni servizio giornalistico o saggio di approfondimento, è come sempre la letteratura a cogliere appieno il senso di eventi tanto terribili. Lo prova, con questo suo romanzo d’esordio, Dino Bauk, giornalista e scrittore sloveno che ci porta a scoprire quanto possano essere dolorose – e impossibili da rimarginare – certe ferite. I sognatori di Lubiana sono quattro ragazzi: Denis, Peter e Goran sono figli dell’ultima generazione nata all’insegna di fratellanza e unità, motto della Repubblica popolare di Yugoslavia, mentre Mary è la ragazza di Denis, una mormone americana a Lubiana per proselitismo. I tre ragazzi, cresciuti insieme nella capitale slovena, sono sicuri di due cose: la loro amicizia durerà per sempre e delle regole, loro, possono anche fare a meno. Ma – come alla fine di un sogno – anche nella tranquilla e pacifica Slovenia iniziano ad avvertirsi venti di guerra. E’ Denis, il più sognatore e quindi il più romantico e arrabbiato, a farne le spese: la polizia scopre che non è mai stato registrato all’anagrafe e lo espelle. Con lui, anche il gruppo di amici si sfalda: Mary abbandona i mormoni per girare l’Europa e trovare la sua strada, Peter baratta gli ideali giovanili per un posto da pigro burocrate e Goran è un ricco e corrotto imprenditore rampante. Finché, improvvisa ma anche sperata, giunge la resa finale dei conti. 

  
Ondeggiando tra una dimensione onirica, il presente e il passato, Bauk alterna magistralmente le prospettive dei personaggi. Denis sublima la sua stupida morte in guerra, dovuta alla rabbia di un comandante troppo permaloso, in una biblioteca senza pareti e senza tempo, dove leggere tutti i libri che ha sempre sognato. E dove, guidati da una forza misteriosa e sovrumana, ritroverà alla fine gli amici di un tempo. Cosa si diranno non ci è dato saperlo: il libro si conclude senza dircelo, con un gesto di delicato pudore finale. Senza nessuna condanna né assoluzione nei confronti di nessuno: la Storia – in determinate circostanze – travalica le possibilità di scelta concesse ai singoli.  

 

I sognatori di Lubiana
Dino Bauk
Bottega Errante, 208 pp., €17 euro

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