una fogliata di libri

Fiordicotone

Flaminia Marinaro

La recensione del libro di Paolo Casadio, 268 pp., 17 euro

Dei lagerbordell non se ne sa abbastanza e Paolo Casadio, acuto interprete di storia moderna e contemporanea, prendendo spunto dalla tesi di laurea di una giovane ricercatrice e attivista, Federica Di Padova, incardina la trama del suo ultimo romanzo, all’interno del Puff, uno dei primi bordelli ideati dalla mente perversa del capo delle SS Heinrich Himmler ad Auschwitz, per soddisfare gli istinti sessuali degli ufficiali nazisti.

La storia ha inizio a Lugo di Romagna a fine 1943, il maresciallo Donadio non più in nome dell’Arma dei Carabinieri ma della neonata Guardia nazionale repubblicana, irrompe con la sua pattuglia in alcune case del vecchio ghetto. I militari fanno razzia, smembrano le famiglie, dividono gli uomini dalle donne caricando tutti, come fossero bestiame, sui carri merci diretti ad Auschwitz. Come in un numero di illusionismo, una bambina di cinque anni, Velia detta Fiordicotone, figlia della bella Alma e del rilegatore Omero Da Fano, scompare sotto la mantella di uno sconosciuto.

Casadio sceglie una narrazione in filigrana per raccontare la Shoah, tratteggia le ombre celate dai corpi rarefatti, il silenzio per dar voce allo strazio, la pazzia come ultimo baluardo per la sopravvivenza. La bellezza di Alma le assicura nel lager un destino diverso ma la condanna a dover vivere ogni giorno la morte degli altri, il fumo nero, l’odore di carne bruciata, le urla strazianti delle cavie umane nei laboratori scientifici. Alma è un corpo senza nome, un’anima in vita soltanto per sua figlia, è solo per il pensiero di lei che riuscirà a sopravvivere e sarà tra i pochi a fare ritorno. Ma nulla a Lugo è più com’era, le strade martoriate, le case occupate, tutto mantiene l’impronta del passato ma di quel passato non esiste più nulla, non c’è più nessuno.

Un alternarsi di dialoghi e flussi di coscienza, un romanzo che scuote, in cui con scrittura vigorosa e intercalata da locuzioni dialettali che alleggeriscono la narrazione, l’autore intreccia una minuziosa ricostruzione storica con la finzione letteraria. Accanto alle vicende dei protagonisti si snodano parallele le vite di tutti gli altri senza stella gialla cucita sugli abiti, tra di loro lo sconosciuto con la grande mantella e sua moglie, bellissima e sterile, e la piccola Fiordicotone, dono di grazia insperata. Alma, sopravvissuta al calvario con l’unico scopo di riabbracciare la figlia, dovrà patire ancora, ridotta quasi una larva senza ombra, murata nel silenzio perché “il dolore è più dolore se tace”.

Paolo Casadio
Fiordicotone
Manni, 268 pp., 17 euro

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