recensioni foglianti

Intuizioni

Simonetta Sciandivasci

Alexandra Kleeman
Black Coffee, 240 pp., 15 euro

La pioggia scioglie le cose fuori. Che meraviglia poter privare della forma le cose che tanto si compiacciono di ciò che sono”. Nei racconti di Alexandra Kleeman la realtà è in dissolvenza. A dissolverla, dopo averla scomposta e ripensata pezzo per pezzo, c’è il suo sguardo, che ha almeno una consapevolezza: osserviamo la realtà attraverso strumenti di controllo. Lo facciamo perché vogliamo possederla, e tanto siamo prepotenti e ottusi da non renderci conto che è vero l’opposto: è la realtà che, insieme alla vita, ci possiede e ci attraversa. Gli strumenti di questo controllo impossibile sono i protagonisti e il movente dei racconti di Kleeman. Il tempo, la casa, la famiglia, insieme alle illusioni che generano e che muovono l’azione, fanno succedere le piccole storie di questa raccolta, la seconda della stessa autrice che Black Coffee porta in Italia, con la traduzione di Sara Reggiani (il suo primo romanzo, Il corpo che vuoi, è stato la pubblicazione d’esordio della casa editrice). Intuizioni assomiglia più a un romanzo a puntate che a un’antologia, per il modo in cui i temi cari a Kleeman si ritrovano in ciascun racconto e, soprattutto, per il modo in cui, a ogni pagina, si disvela qualcosa, rendendo impossibile tornare indietro o procedere, andando avanti, per salti. Non pensate alla trama: non conta. Succede poco, potrebbe succedere molto, l’incombenza è l’atmosfera di tutte le storie ed è vero quello che ha scritto il New York Magazine: è un’atmosfera “onirica, popolata di pericoli, denti aguzzi, artigli, accette e sangue”. In parte, quei pericoli vengono dalla vita domestica, dalle sue restrizioni e dalla disonestà con cui impacchetta la vita in tappe e il giorno in traguardi; in parte, invece, vengono dall’operazione fondamentale dell’autrice, che consiste nel raccontare cosa si vede quando si toglie, ai fenomeni, il loro significato convenzionale e se ne cerca un altro. “Mia madre siede e con le dita graffia delicatamente gli oggetti per estorcere loro un significato”; “Cerco mio padre perché mi dia le parole per riempire queste descrizioni”. Se nelle prime pagine può sembrare che quello di Kleeman sia un lavoro di distruzione, o quantomeno di azzeramento, propedeutico al “vedere le cose per la prima volta”, diventa chiaro già al secondo racconto, dopo la storia delle aragoste, che invece lei intende costruire: una narrazione, uno spazio, un punto il più possibile sicuro dal quale osservare. “L’idea iniziale era costruire una casa indipendente dal tempo meteorologico”, scrive. Riesce a trovare quel punto sicuro? “Intuizioni”, il racconto che dà il titolo all’antologia, incarnandone meglio lo spirito, comincia così: “Stavo pensando a tutte le cose che mi piacciono delle porte. La loro forma, la massa, la natura di buchi aperti in spazi in cui altrimenti saremmo intrappolati per sempre”. E’ una frase ed è un verso, e dice qualcosa che, di una porta, potremmo vedere tutti, se solo ci fermassimo a guardarla. Per questo esistono gli scrittori: per guardare quello su cui noi, semplicemente, posiamo gli occhi.

 

INTUIZIONI
Alexandra Kleeman
Black Coffee, 240 pp., 15 euro

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