I tre problemi dell'uomo forte
I leader autoritari sono più deboli di quello che sembrano, scrive il Sunday Times
“È universalmente riconosciuto che gli uomini forti governano il mondo”, scrive Niall Ferguson sul Sunday Times: “Sono finiti i giorni in cui l’Economist lodava Angela Merkel come ‘l’europea indispensabile’ e il Financial Times la incoronava come ‘leader del mondo libero’”. Ferguson descrive le tendenze autoritarie di molti leader contemporanei, tra cui Donald Trump, Xi Jinping, Jair Bolsonaro e Mohammad bin Salman. “In cima alle piramide autoritaria siede Vladimir Putin, che (mi è stato detto) ha un tenore di vita più sfarzoso di un imperatore romano. Ha una ricchezza inimmaginabile anche per Creso (alcuni dicono sia l’uomo più ricco del pianeta), dispone di un potere sconfinato in Russia ed è tra i più abili conoscitori di quel grande gioco che chiamiamo geopolitica. Putin è il capo dei capi… Tuttavia, essere un leader forte comporta tre problemi. Innanzitutto, più sei forte, più diventerai paranoico dato che i tuoi rivali sperano di rimpiazzarti attraverso un’oscuro complotto. Secondo, più diventi paranoico meno saranno affidabili le tue informazioni. Chi osa raccontare la verità al proprio capo? Terzo, a un certo punto rischierai di essere ucciso, dato che i tuoi nemici si sentiranno al sicuro solo quando sarai morto. Come spiega lo storico olandese Frank Dikotter nel suo nuovo libro, How to Be a Dictator, è difficile che un leader autoritario si ritiri a curare il proprio giardino. Benito Mussolini lo ha scoperto nel modo peggiore. E’ stato ucciso assieme alla sua amante Claretta Petacci, e i corpi a testa in giù sono stati appesi a una trave a Milano. Due giorni dopo, Hitler si è suicidato mentre l’Armata rossa si avvicinava al suo bunker a Berlino. Per evitare di finire anche lui appeso a una trave, il dittatore tedesco ha ordinato che il suo corpo e quello dell’amante Eva Braun fossero cremati. (Essere la fidanzata di un dittatore è anche molto pericoloso)”.
Ferguson elenca le cause di morte degli imperatori romani, dei monarchi britannici e dei sultani ottomani, molti dei quali sono stati assassinati. “Guardando agli uomini forti di oggi, possiamo concludere che quelli eletti democraticamente – come Boris Johnson e Donald Trump – sono più vulnerabili dei leader autoritari. Dopo tutto, devono essere sottoposti al giudizio degli elettori ogni quattro o cinque anni. Se fossi Boris, mi chiederei se l’aver promosso Rishi Sunak a cancelliere dello Scacchiere non ne abbia fatto inavvertitamente l’erede designato. La storia suggerisce che gran parte degli uomini forti autoritari dovrebbero morire entro la fine del decennio – e non sarà il coronavirus a ucciderli. A meno che l’epidemia di Wuhan non si riveli la Chernobyl di Xi Jinping, il che non è escluso. Dopo Maduro, che presto non avrà più una popolazione da saccheggiare, e il principe Bin Salman, i cui piani per riformare l’Arabia saudita sono destinati a fallire, Xi appare il leader più fragile. L’Economist tempo fa non lo aveva definito come ‘l’uomo più potente al mondo?’”.