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Tutto Scialoja parola per parola

Giacomo Giossi

Capire e spiegare chi fu Toti Scialoja è un lavoro non facile a cui offre un generoso contributo il poderoso volume enciclopedico a cura di Eloisa Morra, “Scialoja A-Z” (Electa). Una sorta di allegra scampagnata fra la memoria e la contemporaneità, fra la vita e la morte, fra la folla e la solitudine

Toti Scialoja ovvero artista, pittore, polemista, grafico, scrittore, pedagogo, poeta, scenografo, espressionista, astrattista, accademico. Bisognerebbe far seguire a ognuna di queste etichette un punto di domanda, non certo per una questione di dubbio, ma perché l’interpretazione di ognuna di loro divenne nel corpo di Scialoja vero e proprio luogo della mente e della pratica e in sostanza della sua irriducibile possibilità di definizione. Capire e spiegare chi fu Toti Scialoja è un lavoro non facile a cui offre un generoso contributo il poderoso volume enciclopedico a cura di Eloisa Morra, “Scialoja A-Z” (Electa). Più di cento voci per una trentina di autrici e autori scelti e coordinati dalla curatrice che mirabilmente ha mimetizzato fra loro lo stesso Scialoja con gustosi interventi e ritratti che trasformano il volume da possibile (per cui impossibile) monumento a una vera e propria scatola da gioco in grado di dare forma a quella moltitudine che fu l’artista romano. I testi accompagnano il lettore all’interno di un mondo oggi difficilmente spiegabile se non riducendo forzatamente la figura di Scialoja. Qui invece si assiste a una sorta di allegra scampagnata fra la memoria e la contemporaneità, fra la vita e la morte, fra la folla e la solitudine.

 

“Si procede alla costruzione di un diagramma cartesiano che sa di fiato affaticato. E’ come passare la patata bollente a nessuno, ovvero trasferirla da una mano all’altra dalle proprie mani e soffiarci continuamente sopra. La disperata mania di pensare ad alta voce e fatalmente parlar da soli. Forse proprio questo vuol dire essere classici – addirittura ‘greci’: dire cose necessarie nel modo più dimesso, nel modo più  accomodante con la futilità  dell’esistere”, potrebbe essere lo stralcio di una lettera di Scialoja alla curatrice di questo stesso volume ed è invece indirizzata a Italo Calvino, testimonianza di relazioni che furono incontri e incroci come lo fu quello che con de Kooning per cui lo stesso Scialoja ha parole dense di un ricordo vibrante.

 

“Scialoja A-Z” non contiene Scialoja, ma fa di Scialoja la sua stessa mappa. Una geografia in rilievo in cui è possibile misurare la distanza e al tempo stesso la coerenza all’interno di un mondo espressivo fitto e ramificato in cui ogni nodo rappresenta una possibile chiave d’accesso a Scialoja. Un artista che seppe contenere per offrire al suo pubblico e ai suoi lettori la meraviglia dell’infinito, inteso come possibilità, spazi e giochi. Puntualissimo il testo di Giovanni Raboni che avverte: “Una personalità artistica, insomma, stupendamente bifronte, che ha la propria unità profonda in quella che si potrebbe definire una totale, radicale estraneità al ricatto del senso comune.”. Difficile essere più lontani di così dall’oggi, eppure così fortemente contemporanei. Una capacità continua di scarto e di riproduzione in grado di offrire un’opera che ha le fattezze di un vero e proprio imprevedibile panorama. Uno Scialoja dalla A alla Z, ma soprattutto visto di traverso.

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