Lucio Fontana (Olycom)

terrazzo

Lucio Fontana, dalla A alla Z. Un “Dizionario” sull'artista argentino-milanese

Giacomo Giossi

Un doppio volume sull'artista argentino di Milano Fontana, senza tagli. Un’opera che sembra uscita direttamente dall’utopia, per diventare strumento d’indagine e di studio

Come contenere l’opera di Lucio Fontana, artista argentino di Milano, in un unico discorso? Quale la forma e quale la fuga? Attorno a Lucio Fontana si può giocare e divagare correndo però il rischio di perdersi facilmente. Vagare e gironzolare sono sicuramente riti propedeutici all’analisi, ma anche alla perdita del fuoco, e fuori fuoco Fontana non è possibile comprenderlo appieno. Il taglio certamente, prima di tutto e soprattutto, ovvero il gesto, l’idea, la riproducibilità e lo sguardo di chi resta basito, stupito e a tratti instupidito. E poi i neon, giochi di luce che anche solo a dirlo si perde subito l’idea che li compone. Spazi di luce, tagli ancora, nuovamente da cogliere, da intravvedere accecandosi tra le linee sinuose di una traccia moderna. Una tecnica da vetrina, puro commercio che diviene squarcio di cielo sul soffitto. E poi la matericità delle ceramiche, quasi una maternità del tatto, là dove le forme divengono sfasate dal loro stesso movimento. Anime vestite in corsa di colori densi, segnate da tracce di un’azione colta nel divenire atto. Impossibile inscatolare Lucio Fontana, raccoglierne le tracce sì. Inseguirlo nel gesto, nel segno, nel movimento è quello che sembra fare il monumentale Dizionario Lucio Fontana (Quodlibet), un’opera che sembra uscita direttamente dall’utopia Oulipo e dalla mente giocosa di un redivivo Georges Perec.

 

Curato da Luca Pietro Nicoletti in collaborazione con la Fondazione Lucio Fontana, Dizionario Lucio Fontana è in realtà frutto di un’intuizione del critico d’arte Enrico Crispolti che a Lucio Fontana si dedico lungamente, compresa la stesura del primo catalogo generale a lui dedicato nel 1974, per conto delle Editions de la Connaissance di Bruxelles. Un volume doppio, da un lato Fontana per lemmi, dalla natura ai materiali, dalle amicizie ai luoghi, dall’altro Crispolti e un’idea critica puntuale e contemporanea capace di liberare prima ancora che di contenere, offrendo la forma libera di un dialogo serrato, continuo e potenzialmente infinito con l’opera di Lucio Fontana. Certo un dizionario si consulta e si compulsa, ma lo si attraversa anche. La curiosità spinge a raggiungere luoghi inesplorati dando libero sfogo a libera lettura. Uno strumento sia d’indagine che di studio, ma anche e forse soprattutto un perfetto libro estivo da leggere al sole di un agosto infinito, lemma dopo lemma, saltando e baloccandosi di fronte ai territori sconosciuti di Fontana. Perché la prima cosa che salta alla mente maneggiando il ricco volume è proprio la sua godibilità potenziale, un’erotica fatta di estro e chimica, manualità e savoir-faire. Giappone, Gioielli, Graffito, Grafica: solo questi quattro lemmi, uno dopo l’altro sembrano rivelare le possibilità di un dizionario quale luogo della scoperta, della lettura continua e automatica che mette in fila e in ordine in attesa che un tornado allegro e coordinato riveli e mostri di volta in volta un aspetto inedito o sottovalutato. Oltre trecento voci, un vero e proprio coro nel nome di Fontana. 
 

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