Foto dal sito Fondazione Torlonia

Il marchese Sade a villa Albani

Michele Masneri

La più prestigiosa villa patrizia privata a Roma fu anche set di “Juliette o la prosperità del vizio”, uno dei romanzi dello scrittore francese

L’eredità Torlonia, che angustia Roma col suo carico di liti familiari e stress test araldici, ha naturalmente anche tanti risvolti letterari. Uno dei beni sotto sequestro è la villa acquistata nell’Ottocento al cardinal Alessandro Albani: nipote di Papa Clemente XI, grande diplomatico, scatenato collezionista, escavatore infaticabile dell’agro romano. Aveva contribuito molto a lanciare il trend del neoclassicismo, e aveva voluto il villone come oggi una fondazione Vuitton per esporre i suoi ritrovamenti e acquisti, in compagnia dell’archeologo-star Winckelmann.

   

Questo show room d’ampia metratura, oggi Albani-Torlonia, la più prestigiosa villa patrizia romana privata, fu anche set d’uno dei romanzi del marchese de Sade. “Juliette o la prosperità del vizio”: dove appunto un’orfanella Juliette (sorella della più nota Justine), è allevata in convento da monache perverse (e qui, sembra di passare direttamente nell’episodio dei Nuovi mostri “Il malconcio”, con Alberto Sordi-Giovan Maria Catalan-Belmonte che racconta d’essere stato allevato da “cinque nurse che mi iniziarono al sesso satanico”). Progettata la morte di familiari e amici, bisessuale e prostituta, Juliette organizza un grand tour italiano con hookup e uccisioni e antropologia: sex con Pio VI, godimenti tra le pesti e le carestie, e poi, col suo seguito, on the road giù da Torino, dove “il n’y a point dans toute l’Italie de ville plus régulière et plus ennuyeuse: le courtisan y est fastidieux, le citadin fort triste, le peuple dévot et superstitieux...”. A Bologna, “la beauté des femmes de cette ville ne me permit pas de passer outre”, e qui Arbasino, “Fratelli d’Italia”: “passano l’Appennino fra i vulcani in eruzione, con dei telescopi, si inebriano dentro gli orridi e trovano dei correlativi storici e geografici tra la vicinanza dei vulcani attivi e gli entusiasmi per l’organo maschile”. A Firenze, travestitismi: “les mœurs sont très libres. Les femmes se costument comme des hommes, ceux-ci comme des filles: il y a peu de villes dans toute l’Italie où l’on aperçoive un penchant plus décidé pour trahir son sexe”. Infine “in questa Roma che doveva esser proprio stupenda – Piranesi, Valadier, Canova giovane”. Fanno questo lunch a Villa Albani, col cardinale padrone di casa, il suo amico cardinal de Bernis, cinquanta cortigiane romane, venti piccini, e una squadra di giovanottacci”: “e non c’è cosa più elegante al mondo degli appartamenti superiori di villa Albani”, scrive Sade, che sottolinea anche la praticità delle zanzariere, per difendersi dagli insetti “che avrebbero potuto disturbare i nostri progetti voluttuosi”.

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