Screenshot dal trailer di Adolescence
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Dalla A di "Adolescence" alla S di "The Studio", le migliori serie tv del 2025
Il "classico" medical drama, vincitore di tutti gli Emmy che contano, ambientato in un pronto soccorso di Pittsburgh, la storia di un ragazzo accusato di aver ucciso una sua compagna di scuola, una storia d'amore raccontata in dieci capodanni. E altro ancora. Una selezione del meglio di quest'anno, in pillole
Una selezione, ristretta e arbitraria, delle miglior serie apparse quest’anno. E fin da subito una buona notizia: alcune di loro torneranno con nuovi capitoli.
The Pitt (Sky e Now): una delle migliori serie dell’anno, fuori di dubbio. Un “classico” medical drama, vincitore di tutti gli Emmy che contano, ambientato in un pronto soccorso di Pittsburgh. Quindici episodi per le quindi ore di un turno nel reparto di emergenza guidato da Rob (Noah Wyle, ex dottor John Carter in ER. Medici in prima linea). Le vite di medici, tirocinanti e infermieri si mescolano a quelle dei pazienti che necessitano di cure immediate. Dietro a ciascuno, le istanze sociali si mescolano con i vissuti (il dramma del fentanyl, le gravidanze in età adolescenziale, l’accanimento terapeutico per gli anziani). Uno spaccato che è insieme umano e civile, un ritmo costantemente tensivo (senza colonna sonora) e un racconto quasi esclusivamente verticale. A gennaio su HBO debutterà la seconda stagione. Speriamo anche da noi arrivi presto.
Adolescence (Netflix): quando gli inglesi si mettono di guizzo buono, non ce n’è per nessuno. La miniserie racconta in quattro episodi, tutti girati in piano sequenza e da punti di vista diversi, la storia di un adolescente – Jamie – accusato di aver ucciso una sua compagna di scuola. Procedendo per salti temporali, la serie racconta la prospettiva del ragazzo, della sua famiglia, della psicologa che deve stabilirne le condizioni e dei compagni di scuola, in un racconto che è uno spaccato complesso e articolato di cosa significhi essere adolescente oggi, di quali aspetti pesino nella vita dei ragazzi e della responsabilità del mondo degli adulti, spesso parallelo a quello dei giovani.
Dieci Capodanni (Rai Play): una storia d’amore. Ogni episodio un anno. Anzi, un Capodanno. Dieci consecutivi che raccontano la storia di Ana e Oscar: lui nato il 31 dicembre, lei il primo gennaio. Si incontrano a Madrid durante un Capodanno a casa di amici e si innamorano all’istante. Un amore subito passionale, fisico. Sorogoyen, regista e sceneggiatore, racconta di come un rapporto si evolve nel tempo, del modo in cui cambia a seconda di come le persone mutano la propria interiorità e i propri desideri. Si perdono, intraprendono altre strade, sbandano. Ma c’è un filo che unisce Ana e Oscar: doloroso, profondo e vero. È di quel filo che Dieci Capodanni parla. Con grazia e amorevolezza.
The Studio (Apple tv+): la serie comedy dell’anno (e lo dicono anche gli Emmy Awards) è stata sicuramente The Studio. Racconta il dietro le quinte di Hollywood dal punto di vista di un produttore cinematografico - Matt Remick (Seth Rogen) – che si trova a dover mandare avanti la baracca con l’unico imperativo di fare soldi (senza pensare all’artisticità o alla qualità dei prodotti). Tutto procede come in un circo, con Matt che alterna sprazzi di genialità a momenti miserabili e un carrozzone di personaggi improbabili che gli girano attorno. Una farsa, non solo per addetti ai lavori.
Dept. Q (Netflix): crime scozzese con al centro un terribile cold case e un ispettore capo di Edimburgo – Carl Morck (Matthew Goode) - che deve scontare un passato doloroso. Impianto di racconto classico (così come gli ingredienti) per una serie che invece sorprende per la qualità narrativa e di messa in scena. Il giallo segue due linee narrative parallele – quella della polizia e quella della persona scomparsa – crescendo in tensione e colpi di scena. I personaggi sono il punto di forza di questo racconto: un’umanità ferita che unisce le proprie fragilità per cercare la verità. Che, alla fine, può rendere liberi.
Dying for sex (Disney): Michelle Williams interpreta in questa serie drammatica (ma con sempre un velo di leggerezza) Molly, una giovane donna che scopre di avere un tumore incurabile. Decide, nel breve periodo che le resta da vivere, di esporsi quanto più possibile a “provare qualcosa”. Per fare questo, la sua chiave è il sesso. La sperimentazione nella sfera sessuale (aspetto a cui è legato un suo trauma del passato), del piacere che ne deriva e della vitalità ad esso connessi sono ciò che la spinge a indagare situazioni tra le più varie, sempre facendo affidamento sulla sua più cara amica, Nikki. Una serie che sa essere sorprendente nel suo mischiare toni ed emozioni contrastanti.
M - Il figlio del Secolo (Sky e Now): poderoso impianto produttivo, adattamento del romanzo di Antonio Scurati, diretto da Joe Wright e con protagonista Luca Marinelli. M racconta l’ascesa del Duce, del fascismo e l’instaurarsi della dittatura in Italia. Un ritratto complesso, dalla natura teatrale, spiazzante e molto demandante che sfida lo spettatore in un crescendo dove il linguaggio artistico ha un peso predominante. Uno dei pochissimi esempi di produzione italiana davvero a livello internazionale. Ostica, come spesso le opere importanti si trovano ad essere.