Screenshot dal video "Amadeus | Trailer ufficiale" dal canale YouTube di Sky
tra opera e tv
Il Mozart di Will Sharpe si misura (con gran dignità) con l'eredità di un classico
Su Sky e Now, “Amadeus” di Joe Barton descrive il compositore come preda di violenti sbalzi d’umore. A fargli da contrappunto è Antonio Salieri (Paul Bettany), divorato dall’ansia di ottenere il favore dell’imperatore e destinato alla dolorosa consapevolezza di annoiare anche Dio
Il 21 dicembre 1984 esce nelle sale Amadeus di Miloš Forman. Otto premi Oscar e una lunga serie di altri riconoscimenti collocano subito il film tra i capolavori del grande schermo. Tratto dall’omonima opera teatrale di Peter Shaffer, il film costruisce il proprio impianto narrativo sulla presunta gelosia del compositore Antonio Salieri nei confronti di Mozart, indicata come una delle cause della prematura morte di Wolfgang. Quelle stesse vicende tornano oggi su Sky e NOW con Amadeus, una miniserie in cinque episodi firmata da Joe Barton, per la regia di Julian Farino e Alice Seabright.
Wolfgang Amadeus Mozart, interpretato da Will Sharpe, arriva a Vienna nel 1781 per consacrare il proprio genio musicale. Irrequieto, ribelle, nichilista, il compositore è descritto come preda di repentini e violenti sbalzi d’umore. E’ capace di fare sesso su un tavolo imbandito di frutta e dolci, e possiede un carisma spregiudicato che gli fa ignorare qualsiasi convenzione della società viennese: “Un figo” che la fa franca anche agli occhi dell’imperatore Giuseppe II (Rory Kinnear). A fargli da contrappunto è Antonio Salieri (Paul Bettany), compositore ufficiale di corte, divorato dall’ansia di ottenere il favore dell’imperatore e destinato alla dolorosa consapevolezza di essere soltanto un musicista dotato e non un eletto, un artista – secondo Mozart – capace di annoiare anche Dio.
Il film di Forman resta un classico indiscusso e, inevitabilmente, ogni nuova versione è chiamata a misurarsi con la sua eredità. Alcune scelte di questa miniserie risultano interessanti. Il Mozart di Sharpe appare meno lezioso rispetto a quello – più caricaturale – interpretato da Tom Hulce, mentre il Salieri di Bettany risulta più corrosivo e umano rispetto all’iconica interpretazione di F. Murray Abraham. Barton riscrive la storia in maniera irriverente, non abbandonando mai gli snodi principali (e celebri) della pellicola originale, ma trovando soluzioni vincenti, come il maggiore spazio riservato a Constanze (una stupenda Gabrielle Creevy), scelta che apre ulteriori possibilità interpretative anche grazie al sorprendente epilogo finale.
I cinque episodi sono tutti “accompagnati” dalla musica di Mozart, ma anche da brani di Salieri, Haydn, Bach e dalle cosiddette “turcherie” allora in voga. Will Sharpe ha imparato a suonare i brani eseguiti dal suo personaggio per rendere più realistiche le scene allo strumento.
Il prodotto è di alta qualità e pone una domanda tutt’altro che marginale: questa serie riuscirà a introdurre nuove generazioni alla grande musica? E’ una questione alla quale è difficile rispondere. La pièce teatrale di Shaffer ebbe il merito di incrinare l’immagine quasi idealizzata di Mozart, sedimentata da due secoli di narrazione, un capovolgimento che avvicinò milioni di persone a un personaggio percepito distante. Questa produzione, per ritmo, riferimenti e ottima interpretazione, potrebbe ottenere un risultato analogo, anche grazie alla possibilità di fruirne in streaming e sotto forma di serie. Martin Cullingford, direttore della rivista Gramophone, dice al Guardian di accogliere con favore la produzione e, più in generale, “tutto ciò che offre spazio alla musica classica”.
Staremo a vedere. Intanto, un nota bene finale: chi pensa di sedersi sul divano dopo il pranzo di Natale con moglie, bambini, nonni e cane per vedere e ascoltare un prodotto esclusivamente culturale cambi programma. Anche qui alcuni passaggi sono frutto di fantasia e ci sono scene esplicite, taglienti e finemente “sacrileghe”.