Recensire Upas

A Sanremo ha vinto Un Posto al Sole

Annarita Digiorgio

Come il podio tutto napoletano di Angelina Mango e Geolier, anche Upas ogni sera racconta una Napoli coraggiosa e vivace. Oltre ogni inutile polemica

A Sanremo ha vinto Un Posto al Sole, la nostra fiction di riferimento. Con il successo di Geolier, ma anche con il primo posto di Angelina Mango. Un podio tutto napoletano, proprio di quella Napoli che vediamo ogni sera raccontata a Upas: vincente, coraggiosa, orgogliosa e che piace a tutta Italia. Come Geolier infatti anche la fiction di Posillipo non è un fenomeno solo partenopeo, ma coinvolge ed appassiona ascoltatori in tutto il Paese. Ma parla, racconta, esalta la città di Napoli e i napoletani. Come non solo fa Geolier, ma anche Angelina Mango. Molti infatti, in questa brutta diatriba sanremese tra Napoli e l’Italia, con cui hanno voluto contrapporre primo e secondo classificato, dimenticano che la canzone più famosa della vincitrice di Sanremo, è proprio in napoletano: “Che t’ho dico a fa” è girata e racconta i vicoli di Spaccanapoli.

Come ogni sera fa Upas. Per questo il rispetto tra i due ragazzi arrivati sul podio è più veritiero e razionale di tutte le brutte polemiche della sala stampa, degli insulti in rete, e soprattutto della maleducazione dell’Ariston. Perchè i due ragazzi in fondo, oltre ad avere la stessa casa discografica (Warner Music Italy), hanno anche la stessa lingua (in quella parte del potentino dove è nata e cresciuta Angelina Mango si parla napoletano), ed entrambi cantano in dialetto. Anche se per Sanremo Angelina ha scelto un brano in italiano, ma “Che t’ho dico a fa” è un suo grande successo come “I p me tu p te” per Geolier. Mentre per il pubblico dell’Ariston che ha criticato questa scelta linguistica, se a Sanremo fosse arrivata “O sole mio” sarebbero usciti dal teatro. 

E come loro tutti quelli che stanno insultando Geolier proprio perchè napoletano. Ed è innegabile, purtroppo, che è un fenomeno di razzismo. Anche se poi magari gli stessi che accusano Geolier di essere napoletano, poi cantano “un italiano vero” con Ghali. Accogliamo i tunisini (e ci mancherebbe!) e cacciamo i napoletani! Senza voler dare idee, purtroppo a questo stiamo assistendo. Come ha analizzato bene Fanpage, di 39.000 commenti social su Geolier, uno su quattro è odio e razzismo contro Napoli. Le esternazioni di hate speech si aggirano tra il 20 e il 25% del totale. Le parole più frequenti, tolto “Napoli” e “napoletano” sono “odio” (1128 volte) e “monnezza” (1078 volte). 

Oltre a quelli che addirittura lo accusano di essere camorrista. Come facevano con Califano, a cui la procura, il carcere e le malelingue hanno rovinato carriera e vita. Anche se era un caso di malagiustizia, e lui è stato assolto dopo essere stato arrestato ingiustamente. Come ben ha raccontato la splendida fiction con Leo Gassman andata in onda proprio su Rai Uno a ridosso del festival, e che ha avuto grande successo. Ma contro Geolier c’è si è scatenato un sentimento anti napoletano che stride con il grande successo che in questi anni hanno avuto le serie tv "Gomorra", "L'Amica Geniale",  e "Mare Fuori”. E prima di loro c’era Un posto al sole. Un atteggiamento razzista che se gli spettatori di Sanremo vedessero anche Upas, non avrebbero. Perchè si innamorerebbero di quella città e dei suoi residenti. Come facciamo noi, e migliaia di italiani, ogni sera da più di venti anni.