Il vincitore della quindicesima edizione del Grande Fratello, Alberto Mezzetti, balla con Barbara D'Urso (foto LaPresse)

Alberto vince il Grande Fratello. Ora paghi da bere prima che gli euro vinti diventino lire

Manuel Peruzzo

È finita la quindicesima edizione del programma. Così Barbara D'Urso ha preso un reality nato come un esperimento sociologico e lo ha stravolto

La pacchia è finita, e pure il Grande Fratello. Ha vinto l’ottusangolo, Alberto Mezzetti, il tarzan di Viterbo, quello che “nasco da una famiglia agiata: mio padre faceva colazione con lo champagne”. Il ricordo di Alberto, sempre sé stesso (“Neanche ci penso perché faccio cose”), va al Grand Hotel di Rimini dove il papi lo portava in vacanza e lo costringeva a offrire Coca Cola a tutti i bambini che incontrava, per poi complimentarsi per il conto di 744 mila lire. Bravo. Un padre da cinepanettone che “ogni sera vicino a quello del piano bar cantava Una rotonda sul mare” e poi mollava il figlio per andare a donne. E visto che somigliava un po’ a Maurizio Costanzo un po’ a Umberto Smaila, ma molto fine (“si vestiva con gli stessi colori della Jaguar”), immaginiamo quanto successo avesse. Centomila euro di montepremi, va’ a pagare da bere a tutti prima che si trasformino in lire.

 

  

È lui il ken di Barbara a cui ieri ha tagliato una ciocca dei lunghi capelli in diretta (Alberto era pronto allo scalpo, e anche Barbara se le avesse garantito un picco di share). Ma a ben guardare lo sono un po’ tutti. La serata di ieri è iniziata con la parodia del video degli Aqua, Barbie Girl, quella che fa “You can brush my hair, undress me everywhere/Imagination, life is your creation”, e non c’è verso più preciso per definire il d'ursouniverso. Ha preso i concorrenti e li ha impacchettati (“Make me walk, make me talk, do whatever you please”) facendone le sue bamboline mentre lei interpretava Barbie in spiaggia, Barbie Kazziatone, Barbie regina del ballo (pizzino alla Lucarelli) e Barbie Meghan, unica vera protagonista (discussa) di questo programma.

 

 

Barbara, anzi Barby, ha preso un reality nato come un esperimento sociologico e lo ha stravolto. Oggi che tutti noi ci fotografiamo credendoci star televisive, e le star vere pubblicano video in cui si mostrano struccate e in pigiama, è velleitario fingere neorealismo. Meglio farne una fiction con i personaggi che s’è allevata: la ripudiata, l’ereditiera, lo spogliarellista, l’hater, il rifatto, la fidanzata famosa, il fidanzato famoso, la pazza. Tutte bamboline pronte a scannarsi all’occorrenza, a litigare, a limonare, e persino alitarsi addosso. Levandoci l'incomodo di farne il ritratto del paese. Si è fatto trash con tutto: Bobby Solo che manda canzoni dal nuovo disco per promuoverlo e promettere un ricongiungimento con la figlia, i rifatti a un passo dalla transizione di genere che danno la colpa del bisturi ai bulli di quando avevano cinque anni, il telegatto della Bramieri, le corna della Moric, la lite per un tiramisù, s’è persino fatto passare il gay nero per un criminale quand’era solo colpevole d’aver interiorizzato Tina Cipollari. Peccato, poteva tornare utile la sua storia d’emarginazione razziale con un governo che “la pacchia è finita!” e “le famiglie gay non esistono”, ma sarà per la prossima stagione.

 

 

C’è stata la Barbie Aida, che ha perdonato Luigi Favoloso su Facebook (“Aida ha un cuore grande e sa perdonare solo chi dimostra vero pentimento”, ha scritto), ed è passata tra i piccioni del duomo di Milano al bagno nell'acqua sporca della Fontana di Trevi, sempre a un passo dalla leptospirosi (è stata multata, e s’è difesa: “Ma tu sai che caldo fa? Io ho una malattia”). Tutto pur di garantire i teaser al programma di Barbara, la quale ripubblicava i video commentandoli con “ma non si fa, hanno fatto bene a multarti”, e intanto godeva perché era tutta pubblicità online e contenuto per il pomeridiano (un po' di benzina, un po' di estintore). C’è il Ken Danilo, il tecnico, che fin dai primi minuti era solo un corpo: “Entra in piscina, salva la Yespica!” “Esci dalla piscina” “Corri, su”; c’è la Barby Gina Lollobrigida star internazionale, che però è appena uscita dall’ospedale e traballa come un tavolino con una gamba più corta, e chissà quanti soldi dev’essersi presa per essere lì a farsi trascinare da due ragazzi per non farla schiantare a terra (anche a lei Barby diceva: vai in confessionale, di’ qualcosa ai ragazzi, muoviti, con tutto quel che sei costata). Ci sono i Ken Di Maio, Renzi, Salvini, Berlusconi: tutti plastificati nel salotto più illuminato d'Italia mentre s’agitano per contare qualcosa, per parlare all’elettorato femminile che li ascolta con estrema distrazione mentre gira il sugo e aspetta il prossimo ospite (la mamma di Lory Del Santo in trattore, la vedova Funari che non ha i soldi per la lapide, le cinquanta sfumature di cronaca rosa-nera-arcobaleno, gli opinionisti iene, i servizi sempre in esclusiva). E poi ci siamo tutti noi, che vorremmo solo giocare con lei perché “Life in plastic, it's fantastic”.

 

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