Non servono divieti, non serve demonizzare l’intelligenza artificiale. Meglio ricordare che è dannosa perché pensa per te, perché si può sostituire alla tua intelligenza, scrive un docente americano. Idee per un ritorno a scuola senza ansie
E’ settembre, si riaprono le scuole, si torna nei licei, si rivedono i professori, si rincontrano gli amici, si spalancano le università e nell’anno scolastico che si apre esiste un tema importante che meriterebbe di essere studiato senza slogan, senza pregiudizi, senza isterismi. E’ un tema che in verità riguarda prima di tutto il mondo degli universitari ma è un tema con il quale presto o tardi tutti gli studenti faranno i conti come sanno bene quei genitori disperati che preferirebbero beccare i propri figli a compulsare siti pornografici piuttosto che beccarli mentre digitano con le manine sul motore di ricerca un indirizzo maledetto: ChatGPT. Il tema avete capito qual è: che fare con l’intelligenza artificiale? Come comportarsi se un figlio, mentre fa i compiti, viene beccato con le mani nella marmellata degli algoritmi? E in che modo le scuole e le università dovrebbero attrezzarsi per governare il fenomeno, per castigare gli imbroglioni e per evitare di allevare allievi somari?
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