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Editoriali

Il super computer di Nvidia minaccia l'egemonia di OpenAI

Redazione

Il colosso dei chip vale mille miliardi e ora sposta la sua area di interesse sulle intelligenze artificiali. I mercati approvano

Nel giorno in cui un gruppo di ricercatori ed esperti ha firmato un appello per “mitigare il rischio di estinzione rappresentato dalle intelligenze artificiali”, Nvidia, il colosso dei chip, supera i mille miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato – e lo fa proprio cavalcando l’onda delle intelligenze artificiali, il cui sviluppo richiede i componenti prodotti dall’azienda, che sembra puntare sul boom del settore con un “super computer” appositamente pensato per costruire modelli di IA. Nvidia può godere dei frutti della nuova ossessione del mondo tecnologico, innescata dal successo di ChatGPT e altri modelli generativi, che hanno dimostrato le potenzialità di questi strumenti e hanno aperto una corsa frenetica che alcuni specialisti vedono con grande timore. Questa hype è però perfetta per l’azienda americana, che in passato aveva avuto momenti di forte crescita grazie al settore del gaming e – soprattutto – del crypto. Ora che quest’ultimo settore si è raffreddato e non ha più bisogno delle schede grafiche prodotte da Nvidia, ecco che le intelligenze artificiali colmano la lacuna, e anzi rendono l’azienda guidata da Jen-Hsun Huang la sesta al mondo per capitalizzazione di mercato. Il risveglio di Nvidia rischia di essere un guaio anche per OpenAI, oggi ritenuta la realtà più importante nel campo IA, visto che il nuovo super computer è pensato proprio per permettere a realtà esterne di sviluppare i propri modelli linguistici. L’intero settore delle IA sembra basarsi da tempo su H100, un’unità di elaborazione grafica usata proprio nell’allenamento di queste IA, che è l’asso nella manica dell’azienda. 

Nvidia si candida a diventare un attore cruciale per alcuni dei settori tecnologici più importanti e in espansione. Uno di questi, quello delle IA, rischia però di condurci dritti all’estinzione, secondo alcuni specialisti – al mercato, per ora, non sembra interessare granché.

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