Scontri social

Miliardari su Twitter. È l'ora di Bezos contro Biden (in maiuscolo)

Pietro Minto

Dopo la battaglia di tweet tra il ceo di Tesla e l'amministratore delegato della piattaforma è la volta del litigio tra il fondatore di Amazon e il presidente americano. Sempre rigorosamente a colpi di cinguettii

Gli uomini più ricchi del pianeta si sono buttati su Twitter. Nelle ultime ventiquattro ore, Elon Musk, ceo di Tesla e SpaceX, ha risposto con una emoji raffigurante una cacca sorridente a un tweet di Parag Agrawal, che di Twitter è l’amministratore delegato, mentre Jeff Bezos ha scambiato tweet velenosi con Joe Biden e la sua Amministrazione, scatenando la risposta ufficiale della Casa Bianca.


 

Sul rapporto tra Musk e Twitter si è scritto molto nelle ultime settimane, visto che l’imprenditore avrebbe – condizionale doveroso, a questo punto – acquistato il social network, prima di ripensarci, mettere la trattativa “in pausa”, cominciando a discutere pubblicamente di quanti bot e account finti ci siano sulla piattaforma. Questo goffo cincischiare si è sviluppato in parallelo a una serie di tweet con cui lo stesso Elon ha criticato il social network, accusandolo di favorire la diffusione di contenuti “di sinistra” (cosa  smentita da un recente paper, che sostiene  il contrario), trovato il bizzarro appoggio di Jack Dorsey (il co-fondatore di Twitter che a fine 2021 ha lasciato l’azienda) e, infine, preso in giro l’attuale reggenza con la simpatica emoji. Dietro al litigio tra Musk e Agrawal non ci sarebbero tanto i bot su Twitter quanto la volontà, da parte del primo, di rivedere le condizioni dell’acquisizione, al ribasso: “buyer’s remorse”, dicono gli anglofoni, indicando il rimorso che prova chi ha appena acquistato qualcosa – anche un social network per decine di miliardi di dollari. Nel frattempo, il titolo dell’azienda sta soffrendo molto in Borsa a causa del caos che la circonda.
  

E poi c’è Bezos, alle prese con una tenzone con il presidente Biden e le sue politiche economiche. Il fondatore di Amazon era già stato nel mirino della Casa Bianca all’epoca di Donald Trump, che lo aveva usato come bersaglio politico-economico (arrivando persino a mettere in discussione il grosso appalto per i servizi informatici che Amazon aveva con il Pentagono), ma i recenti sviluppi stanno rendendo il profilo di Bezos particolarmente combattivo e, potremmo dire, “muskiano”.
  

Tutto è cominciato sabato scorso, quando Biden ha scritto – sempre su Twitter  – che per far scendere l’inflazione bisogna “far pagare alle corporation la loro parte”. Bezos ha  risposto condividendo il comunicato e aggiungendo: “Si può parlare di aumentare le tasse sulle corporation. Abbassare l’inflazione è un argomento essenziale. Metterli assieme in questo modo è solo una distrazione”. La Casa Bianca, a sua volta, ha ribadito con un comunicato che “non ci vuole molto a capire perché uno delle persone più ricche della terra opponga una politica a favore della classe media”, con  stoccata finale: “Non sorprende nemmeno che questo tweet sia arrivato dopo l’incontro tra il presidente e i sindacalisti, compresi alcuni dipendenti di Amazon”. Nei giorni scorsi Biden aveva ricevuto a Washington alcuni dei leader dei movimenti sindacali che stanno formando “union” in giganti quali Starbucks e Amazon. In particolare, il presidente ha incontrato Chris Smalls, presidente di Amazon Labour Unio”, noto per aver sindacalizzato lo stabilimento Amazon di Staten Island, a New York. 

  
Bezos ha però rispedito tutto al mittente, con un maiuscolo un po’ trumpiano: “L’amministrazione ha fatto il possibile per aggiungere TRE TRILIONI E MEZZO di dollari alla spesa federale. Non ce l’ha  fatta, ma se ci fossero riusciti, l’inflazione sarebbe ancora più alta.”

Il tono del fondatore di Amazon sembra essere cambiato molto in una settimana, aprendo anche una possibile faglia tra sé e i democratici, cosa che, secondo alcuni, potrebbe fare del bene a entrambe le parti. Bezos potrebbe provare a proporsi come improbabile “uomo del popolo” attento all’inflazione, seguendo Musk nell’uso populista di Twitter, dopo avergli copiato l’idea dei razzi spaziali. Biden, invece, potrebbe vantare un nemico tra la casta dei miliardari, il genere di medaglia “di sinistra” che può tornare utile in vista delle elezioni di metà mandato, previste per il prossimo novembre.

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