La Serie A in streaming tra copyright e diritto di critica
Come è andata la prima giornata del calcio su DAZN? Qualche disservizio c'è stato, ma quello che ha avuto più risalto sono stati i tweet cancellati con le immagini delle partite bloccate. Tranquilli, nessuna censura, ma un problema da risolvere in fretta
La prima volta della Serie A “totalmente in streaming”, come prevedibile, ha rappresentato un importante test per le reti internet e per DAZN stessa. Le segnalazioni dei problemi di connessione sui social sono state numerose tanto che la stessa società ha voluto dire la sua prendendosi responsabilità e, perché no, anche meriti. Insomma, la tre giorni di calcio a cui abbiamo assistito ha rappresentato una svolta epocale per il passaggio dalla tv tradizionale all’OTT che è stato reso possibile anche grazie ai (significativi) investimenti tecnologici che DAZN ha messo in campo insieme ai suoi partner, per incentivare la digitalizzazione, eguagliare gli standard europei e colmare quel gap per portare l’Italia ad essere un paese estremamente competitivo in questo settore.
Nonostante i limiti intrinseci dello streaming, l’accelerazione della diffusione della rete in Italia dovrà rendere merito al calcio che si è trasformato in un formidabile motore per raggiungere quella fascia di popolazione che, più o meno a torto, non aveva mai ritenuto indispensabile dotarsi di una rete veloce e performante nella propria abitazione. Il futuro è più vicino grazie al pallone.
Vedere (bene) la Serie A
Se da una parte il treno da prendere è quello di garantire a sempre più persone l’accesso veloce e superveloce (magari tramite le reti in fibra ottica, quella FTTH) al maggior numero di italiani possibile, dall’altra resta il problema della visione ottimale della Serie A. Non si scherza con questo, il calcio è un gioco e quindi una cosa seria. Il telespettatore è stato viziato in questi anni: multivision, diretta delle gare in contemporanea, trasmissioni in HD, Ultra HD e financo in 4K. Non sono mancate le sigle per definire la qualità perché, si sa, le partite vanno viste bene, senza ritardi e soprattutto senza quei problemi che, nella prima giornata, sono stati protagonisti. Più o meno circoscritti come ha scritto DAZN, oppure più diffusi come riportato dalle associazioni dei consumatori, hanno occupato la scena del dibattito.
Diritto di critica e screenshot
Certo, l’Inter ha giocato bene, all’Olimpico Roma e Fiorentina hanno dato vita a 90 minuti frizzanti ma il ‘rumore della rete’ ha riguardato soprattutto lo streaming. Non poteva essere altrimenti. Non sono mancati all’appello numerosi post diventati virali mostrando la famosa “rotellina” girare negli scatti e nei video fatti al proprio televisore. Basta aprire un qualsiasi social network e se ne trova quanti se ne vuole. Forse. Anche perché alcuni di questi tweet, per esempio, sono stati parzialmente oscurati per violazione del copyright come nel caso di Alessio.
Stefano Quintarelli, già parlamentare e attuale presidente AGID, ha lanciato una domanda in rete: “È vero che DAZN e TIM sfruttano le norme sul copyright per chiedere la rimozione di contenuti che denunciano i disservizi postando screenshot delle partite bloccate?”. La discussione si è animata e, già tra le prime risposte, Matteo Flora (imprenditore e divulgatore, nonché professore (a.c.) in “Corporate Reputation & Business Storytelling ed in Data Driven Strategies”), probabilmente ha centrato il punto. Nessuna censura, “hanno solo fingerprint e lo fanno in automatico”, ha scritto. Una situazione che non risolve il problema, anzi. “Appunto, il fingerprinting non tiene conto delle legittime eccezioni al copyright”, chiosa Quintarelli che spiega agli utenti come questa funzione possa creare situazioni paradossali. “È un abuso perché la critica è un diritto. L'ennesima dimostrazione che con le attuali procedure ci rimettono i soggetti deboli”, scrive.
Un passo indietro anche perché, pure in questo caso, la questione è seria: il fingerprint (la cosiddetta “impronta digitale”), spiega Wikipedia, in informatica rappresenta una sequenza alfanumerica o una stringa di bit di lunghezza prefissata che identifica un certo file con le caratteristiche intrinseche stesse del file. Per dirla in breve, è la firma che ha ogni filmato e frame della Serie A e che viene riconosciuta in automatico per evitare che sia violato il copyright. Una soluzione legittima che rischia però di bloccare, in casi specifici come questo, anche le semplici segnalazioni degli utenti. Tanto che Franco Bassanini, già ministro e ora presidente del Consiglio di amministrazione di Open Fiber, è intervenuto sul tema, anche lui twittando, affermando “se fosse vero sarebbe grave”. Ha poi continuato, come molti altri clienti, con una stoccata: “Per quanto mi riguarda ero abituato a vedere le partite in 4k (su Sky e connessione FTTH). Ho visto alcune partite domenica: 11 interruzioni e niente 4k! Pago un doppio abbonamento (DAZN e Sky) e subisco un downgrade della qualità molto rilevante!”. Una critica al servizio, da una posizione privilegiata, ma che guarda anche al futuro: ovvero come bilanciare gli effetti del Copyright Act Ue tra il diritto di critica e quello di ritrasmissione.
Anche in questo caso, paradossalmente, la passione tutta italiana per il calcio è diventata la leva per aprire discussioni su molte delle grandi problematiche che riguardano la rete contemporanea. E dire che è solo un gioco...