Diletta Leotta, conduttrice Dazn (foto LaPresse)

Il foglio sportivo

Inizia l'èra del calcio spoilerato

Andrea Trapani

Cosa cambia col pallone in streaming (un sacco di opportunità, ma meglio non avere vicini con la radio accesa)

Da agosto la Serie A sarà trasmessa interamente in streaming. Si potrà obiettare che 3 partite su 10 si potranno vedere anche via satellite. Certo è che gli abbonati Dazn se le potranno godere tutte evitando, per la prima volta, di sottoscrivere altri contratti, permettendosi anche di scegliere –senza la necessità di alcuna antenna – di vederle su una smart TV, un tablet o uno smartphone. Lo streaming è uno strumento utilissimo che ha permesso a ogni telespettatore di seguire quel che vuole ovunque si trovi. Molti di noi hanno imparato a farlo soprattutto in mobilità, collegandosi banalmente tramite un’app. Un’esperienza che regala tanti vantaggi, ma anche alcune frustrazioni.

Pensiamo all’esperienza comune di tutti coloro che hanno seguito Euro 2020 su SkyGo o Raiplay: la gioia di ogni gol veniva smorzata dal fatto che si poteva sentire esultare, anche diverso tempo prima, tutti quelli che erano di fronte alla TV tradizionale. Come ha evidenziato una recente analisi a cura di Ericsson, il live streaming è una modalità alternativa alla visione tradizionale via etere o satellite, e che, come tutte le novità, non è esente da qualche rischio. Con una piattaforma web streaming sono maggiori le probabilità che succeda qualcosa che impedisca o rallenti (il maledetto buffering) la visione di una partita, causando arrabbiature al tifoso-spettatore. La visione in streaming di un evento in diretta pone dei requisiti ancora più stringenti di quanto già non avvenga con la trasmissione di materiale preregistrato come film, serie Tv o contenuti social. Quel che dovrebbe essere un momento di piacere può diventare un’esperienza frustrante se quello cui a assistiamo è una partita di calcio anziché un film, magari – come è successo a chi era connesso con SkyGo o Raiplay – perché, pur ricevendo immagini di qualità e senza buffering, il grido del vicino al gol arriva con un minuto di anticipo rispetto alle immagini che scorrono sulla nostra Tv. Il tempo di ritardo, più o meno, è questo rispetto al digitale terrestre o alla vecchia radio. Una situazione diventata virale, proprio nelle scorse settimane, sui social grazie a un paio di perfidi tifosi olandesi che si erano accorti che i loro vicini di casa, impegnati a seguire gli Orange davanti al barbecue, stavano vedendo la partita in streaming.

Acceso lo smartphone, hanno iniziato a esultare per gol inesistenti che non sarebbero mai arrivati solo per condividere online la delusione del gruppo di amici che non si aspettavano che quel tiro finisse fuori. Risate e scherno perché seguire il calcio è soprattutto un divertimento, ma ogni gioco è una cosa seria. Si può scherzare, ma non troppo. Le partite si devono vedere bene, i tifosi non amano le interruzioni o i disservizi. A febbraio scorso, con tutta l’Italia davanti al divano e lontana dagli stadi, tutte le attenzioni erano sul derby di Milano previsto alle 3 del pomeriggio per essere trasmesso su Dazn. Se Dazn avesse avuto problemi durante il derby, tutto il piano per mettere le mani sulla serie A avrebbe potuto incontrare difficoltà. Invece la pay TV, che ha fatto dello streaming il suo cavallo di battaglia, ne uscì tutto sommato a testa alta come scrissero gli addetti ai lavori come Dday.it. La partita – secondo i dati diffusi da Dazn – registrò un’audience record con ben 2,2 milioni di telespettatori, di cui oltre il 50 per cento via streaming. Il restante milione e 144 mila degli spettatori, scorrendo i dati Auditel, hanno guardato la partita su Dazn1 tramite satellite e, con l’aiuto di Sky, è stata la partita più vista di sempre sul (fu) canale di supporto di Dazn, toccando il 7 per cento di share. Un paradosso divertente. Nella scorsa stagione un cliente su due della pay TV in streaming preferiva vederla sul satellite. Forse anche per poter esultare un minuto prima dell’amico che la vedeva via internet.

Una scelta scherzosa che potrebbe portarci a una nuova visione del calcio. Quella spoilerata. Tra chat con gli amici, i vicini via satellite (su cui comunque verranno trasmesse  anche tre partite a giornata), la radio accesa, lo stadio a poche centinaia di metri, seguire la squadra del cuore potrebbe diventare una specie di catarsi in differita. Potrebbe, ma probabilmente non sarà così drastico. Quando siamo di fronte alla TV dovremo evitare di chattare con gli amici dallo stadio, era già così in passato, ma alla fine potremo gustarci la partita senza particolari drammi. Proprio per tranquillizzare i tifosi, a fine giugno, per la prima volta, Agcom ha emesso un atto di indirizzo che ha chiamato Dazn a definire soluzioni tecniche, insieme alle telco, per evitare congestioni di traffico dati e prevenire disservizi per gli abbonati. “Il provvedimento è importante per più aspetti. Il primo è quello di garantire a tutti i cittadini una rete affidabile e veloce anche in presenza di eventi mediatici importanti. Così facendo, tuteliamo anche gli abbonati di Dazn e, nello stesso tempo, affermiamo il principio che le piattaforme non possono sottrarsi agli impegni derivanti dalla tenuta complessiva del sistema”, ha detto il presidente Giacomo Lasorella. D’altra parte la stessa Tim, che molto ha investito sui diritti della Serie A con Dazn, da settimane rassicura tutti tanto da aver lanciato, proprio in questi giorni, la propria piattaforma TimVision come “la nuova casa del calcio”, offrendo ai propri clienti la possibilità di accedere non solo a Dazn e alla Serie A, ma anche ai contenuti di Mediaset Infinity con la Champions League. Rigorosamente in streaming. La sfida a quella che era la Tv di un tempo è iniziata.

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