Sheryl Sandberg (Jim Watson / AFP)

Facebook presenta a Roma un nuovo spazio per le competenze, mentre aleggia il fantasma Libra

Giancarlo Salemi

Sheryl Sandberg,  braccio destro di Mark Zuckerberg, ha inaugurato i nuovi spazi di Binario F e ha parlato di come risolvere il problema delle fake news. No comment sulla nuova moneta

Roma. La fuga di utenti assieme a quella dei dati personali e delle password, il problema della mancata privacy e della sicurezza delle informazioni, assieme alla tentazione di vedere trasformato il proprio profilo in una sorta di conto corrente. Tutto questo è rimasto fuori dal Binario F, il centro italiano che Facebook ha dedicato alla formazione e allo sviluppo delle competenze digitali di persone, imprese, associazioni e istituzioni – ospitato presso l'Hub di LVenture Group e LUISS EnLabs alla stazione Termini di Roma. Il colosso di internet oggi si è concentrato sull’obiettivo dichiarato di formare, entro questo anno, circa 100mila addetti al digitale, visto che in Italia c’è un gap nell’utilizzo delle nuove tecnologie e, per questo, ballano 280mila posti di lavoro da qui ai prossimi cinque anni.

 

Gli occhi di tutti sono puntati su Sheryl Sandberg, da 11 anni direttore operativo del social network quando Facebook contava appena 500 dipendenti (oggi sono 38mila nel mondo) e si poteva accedervi solo dal desktop del computer e il tasto like ancora non esisteva. Le polemiche sono rimaste fuori ma il numero due della società di Menlo Park, sottolineando più volte nel suo discorso l’importanza di creare un community lab, ha posto l’accento sull’impegno del gruppo per combattere le fake news, soprattutto quelle di natura politica che recano un danno, e non solo d’immagine, al social network. “Ci sono attori malintenzionati che utilizzano Facebook per fini politici o per diffondere messaggi di odio – ha detto – Noi adesso vogliamo dare più attenzione alla privacy e siamo focalizzati per risolvere questi problemi e a mettere al sicuro le community”.

 

La manager – famosa tra l’altro per aver scritto un pamphlet di successo sull’emancipazione femminile “Facciamoci avanti” – ha ricordato che “il 65 per cento dei discorsi d’odio ora viene eliminato in modo proattivo contro il 24 per cento di due anni fa. Vogliamo essere determinati a essere parte della soluzione”, ha aggiunto. Anche perché per continuare a crescere Facebook vuole puntare sui gruppi che nascono e si diffondono e utilizzano proprio il social come vettore-vetrina d’aggregazione. Oggi più di 400 milioni di persone nel mondo e 27 milioni in Italia – circa la metà della nostra popolazione – fanno parte di un gruppo e il nostro paese è il secondo in Europa per utenti attivi sulle community rispetto agli utenti Facebook.

 

Tutto bene, quindi? Non esattamente perché il “fantasma di Libra” aleggia anche nei nuovi spazi dedicati alla formazione digitale, perché la sfida che Facebook, insieme ad altri partner, ha lanciato al mondo con la creazione di una sorta di economia parallela è destinato da qui al prossimo anno a cambiare la filosofia dell’internet company. “Siamo solo uno dei membri di altre 28 realtà del progetto Libra – ci spiega Luca Colombo, country manager per l’Italia di Facebook – e l’obiettivo dichiarato è quello di rendere accessibile a molti gli strumenti finanziari e di pagamento. Oggi esistono 1,7 miliardi di persone che non hanno accesso a questi strumenti e di questi circa un miliardo però utilizza il mobile. Se abbiamo lanciato con un anno di anticipo il progetto è proprio perché vogliamo lavorare bene al progetto coinvolgendo tutti gli attori del sistema interessati. Dire oggi quali saranno le conseguenze, le opportunità e le sfide su una cosa che non c’è ancora ci sembra prematuro”.

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