L'automobile Hyundai presentata al Ces di Las Vegas. (Foto LaPresse)

Troppe regole tech per le automobili che si guidano da sole

Eugenio Cau

L’Unione europea ha votato sugli standard dei veicoli autonomi in Europa. Non è un po’ presto?

Milano. Ieri la commissione Trasporti del Parlamento europeo ha preso una decisione che potrebbe influenzare decenni di sviluppo tecnologico nel Vecchio continente. La commissione parlamentare ha votato per rifiutare una norma della commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc che chiedeva all’Europa di prendere posizione su quale standard usare per costruire la tecnologia delle automobili che si guidano da sole. In pratica: ieri un gruppo di legislatori europei ha dovuto decidere come funzionerà lo sviluppo dei veicoli autonomi in Europa nei prossimi decenni.

  

Attualmente nel campo dell’automazione delle vetture è in corso una guerra tech. Da un lato ci sono i proponenti della tecnologia V2V, vehicle-to-vehicle, che si basa, con un buon grado di semplificazione, sul vecchio wifi: due automobili una vicina all’altra possono comunicare esattamente come un computer comunica con il router di casa. Dall’altro ci sono i proponenti della tecnologia C-V2X, che si basa sulle reti cellulari e che in particolare avrà bisogno del 5G per funzionare. Ciascuna tecnologia ha i suoi vantaggi. Il vantaggio più evidente della tecnologia che funziona in maniera simile al wifi è che è già pronta. Potrebbe essere implementata domani, e in effetti alcune case automobilistiche come Volkswagen hanno detto che lo faranno nel corso del 2019.

 

La tecnologia wifi consente ai veicoli vicini di comunicare tra di loro in maniera istantanea: immaginate una colonna di 20 tir che comunicano l’uno con l’altro, frenano tutti allo stesso momento e accelerano tutti allo stesso momento. Questo consentirebbe loro di stare a poca distanza l’uno dall’altro, ridurrebbe in maniera consistente lo spreco di carburante e probabilmente diminuirebbe di molto il numero degli incidenti, perché quando il primo camion vede un ostacolo davanti a sé può comunicarne la posizione a tutti i mezzi con cui è collegato. Le potenzialità del 5G dal punto di vista dell’automazione dei veicoli in teoria sono maggiori: una volta costruita l’infrastruttura, non saranno collegati soltanto i veicoli vicini, ma tutti i veicoli in circolazione, assieme con tutti gli altri oggetti dotati di connettività. Questo significa che le vetture potranno individuare non soltanto gli ostacoli che gli sono davanti, ma anche programmare il modo per evitare quelli che sono a chilometri di distanza. C’è un problema tuttavia: il 5G non è pronto. Non lo sarà ancora per diversi anni, e la sua implementazione sarà più costosa.

 

Questo dilemma, stile “meglio un uovo oggi o una gallina domani?”, sta dividendo le industrie e la politica. Le case automobilistiche vogliono applicare subito la tecnologia wifi, perché hanno bisogno di mantenere una promessa di automazione e sicurezza che ci sta mettendo troppo tempo a realizzarsi. Gli operatori telefonici, invece, puntano tutto sul 5G, e anche loro dopo anni di campagne e promesse non sono disposti a ritardare l’applicazione del tanto atteso 5G. Ci sono divisioni anche all’interno della Commissione Ue: la commissaria ai trasporti Bulc spinge per la tecnologia wifi, e in una lettera accorata ha scritto che è l’unica “disponibile adesso”, e potrebbe salvare moltissime persone che tutti gli anni muoiono in incidenti stradali. Ma Andrus Ansip, il vicepresidente della Commissione responsabile per il Mercato unico digitale, ha contraddetto la collega dei Trasporti, dicendo che se si userà la tecnologia wifi questo potrebbe portare a rallentamenti nell’adozione della più promettente tecnologia 5G, specie se, come vorrebbe Bulc, si rendesse obbligatoria la “retrocompatibilità” (le nuove tecnologie 5G, cioè, dovrebbero essere compatibili con le vecchie tecnologie wifi, cosa molto difficile).

 

E dunque la scelta che si è trovata la commissione Trasporti dell’Europarlamento è stata: approvare la proposta della Bulc e fare della tecnologia wifi lo standard europeo de facto oppure aspettare e vedere come evolverà la tecnologia? I parlamentari hanno preferito la seconda opzione: meglio mantenere un approccio neutrale. La norma di Bulc potrebbe ancora essere approvata dalla plenaria del Parlamento, ma per ora sembra che l’Unione europea non adotterà per vie burocratiche uno standard tecnologico preferendolo a un altro. L’Ue è diventata un faro nel mondo per la sua capacità di regolamentare l’industria tecnologica, ma le regole rischiano di andare troppo oltre se non sono accompagnate da lungimiranza tecnica. La battaglia tra wifi e 5G nell’automazione ricorda un po’ quella che ci fu negli anni Ottanta tra Vhs e Betamax, in cui alla fine vinse il Vhs (le vecchie videocassette). Quando questo succederà, meglio non trovarsi a parteggiare per Betamax.

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  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.