Il fondatore di Tesla Elon Musk (Foto LaPresse)

Come va davvero Tesla? Maluccio, ma se guardate YouTube non importa

Eugenio Cau

Musk ha rilasciato un'intervista al New York Times e un'altra a uno youtuber ventenne in cui dà un messaggio opposto. Giornali e social sono due mondi impermeabili che proiettano una verità diversa

Roma. Chiunque abbia letto i giornali nelle ultime settimane sa che ci sono molte ragioni per essere preoccupati per Tesla. L’azienda di automobili elettriche di lusso fondata da Elon Musk, geniale inventore e futurista, si trova nel mezzo di un periodo difficile in quanto a capacità di produzione, tenuta di mercato e strategia, e alcuni analisti hanno perfino cominciato a dubitare delle capacità dello stesso Musk. Tesla ha faticato a rispettare gli obiettivi di produzione della sua nuova automobile, la Model 3; il titolo in Borsa dell’azienda ha una volatilità di mercato impressionante, tanto che Musk, con una mossa che ha stupito tutti, la settimana scorsa ha annunciato che sta valutando di ritirare l’azienda dalla Borsa, facendola tornare privata grazie a fondi non meglio specificati, forse dei sauditi. (Il tweet è costato a Musk un’indagine dell’autorità per la vigilanza di Borsa, la Sec).

 

Soltanto ieri, la storia di apertura del Wall Street Journal riguardava il fatto che i fornitori considerano lavorare con Tesla come un possibile rischio finanziario, e che alcuni faticano a ricevere i pagamenti per i servizi resi. Il colpo più duro però è stato un’intervista apparsa la scorsa settimana, il 16 agosto, sul New York Times, che ha fatto molto temere per la tenuta mentale di Elon Musk. Nell’intervista il fondatore dell’azienda dice che “Quest’ultimo anno è stato il più difficile e doloroso della mia carriera, è stato straziante”.

 

Dice che l’eccessiva mole di lavoro (120 ore a settimana) sta avendo effetti negativi sulla sua salute e più volte ricaccia indietro le lacrime ed è sul punto di piangere. “Per quanto riguarda l’operatività di Tesla il peggio è passato”, dice, ma poi aggiunge, con un’ammissione di vulnerabilità sorprendente per un genio miliardario: “Ma per quanto riguarda il dolore personale, il peggio deve ancora venire”. L’intervista è un documento eccezionale, il giornalista che l’ha fatta, David Gelles, ha scritto in un articolo separato che non gli era mai capitato niente del genere. Ma appunto: a leggerla si è al tempo stesso stupiti dall’umanità di Musk e preoccupati per la sua vulnerabilità.

Questo, grossomodo, è quello che sapete di Tesla e di Elon Musk se leggete i giornali e seguite i media specializzati. La storia cambia se siete tra quanti si informano per vie alternative. Uno dei principali mezzi per informarsi sul mondo della tecnologia, per esempio, è YouTube. Se bazzicate su YouTube e non leggete i media tradizionali – come fa la stragrande maggioranza dei giovani sotto i trent’anni – non avrete letto l’intervista straziante fatta a Elon Musk sul Times, ma avrete visto l’intervista video fatta – guardacaso – negli stessi giorni da Marques Brownlee, ventiquattrenne autore del canale MKBHD, lo youtuber tecnologico più famoso del mondo. Brownlee, che è bravissimo in quello che fa, ha 6,6 milioni di follower, e la settimana scorsa ha pubblicato una lunga intervista a Musk divisa in due video, che in tutto sono stati visti da più di cinque milioni di persone – diventeranno dieci nel giro di pochi giorni.

 

Tanto l’intervista scritta del New York Times è preoccupante quanto l’intervista video di Brownlee è ottimista. Musk è arruffato ma sereno, in un video porta a spasso il giovane youtuber per la fabbrica Tesla, in un altro risponde con il sorriso a domande non esattamente ficcanti del tipo: “In che modo rendi la gente entusiasta per Tesla, oltre a fare prodotti fantastici?”. A giudicare dai video di Brownlee, Tesla e Musk vanno alla grande. Nel mondo reale, invece, gli analisti più quotati sono molto preoccupati.

 

Dice: il ragazzo è uno youtuber, non un giornalista, non spetta a lui fare le domande difficili. Certo, ma il problema è che tra i due mondi – quello dei media tradizionali che fanno le domande difficili e quello in cui le persone credono di informarsi usando strumenti nati per il divertimento come YouTube e Facebook – ormai la separazione è totale. È una separazione demografica e culturale – il mondo a cui appartenete dipende molto da quanti anni avete e dal vostro livello di istruzione. Ed è anche una separazione politica, ché ormai fidarsi o meno dei media tradizionali è quasi come una dichiarazione di voto.

 

Sapere come va l’azienda Tesla può essere relativamente poco importante, ma c’è un punto fondamentale da cogliere che va oltre Elon Musk: là fuori ci sono mondi completamente impermeabili l’uno all’altro che credono a delle realtà completamente differenti – e nessuna applicazione del principio di verità potrà aiutarli a conciliarsi. La “verità”, in questo caso, è che la situazione di Tesla è preoccupante, ma è difficile che questa vi arrivi se appartenete all’altro mondo, quello in cui l’informazione la fanno gli youtuber.

  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.