Guida galattica per turisti spaziali

Dall'hotel di lusso a 320 chilometri dalla superficie terrestre al tour della Luna: la nuova frontiera del turismo è lo Spazio. E inizia la sfida tra le aziende

Enrico Cicchetti

Se negli anni Settanta la conquista dello spazio sembrava un privilegio delle superpotenze, già diciassette anni fa il primo turista spaziale ha fatto la sua comparsa: nell'aprile 2001, l'imprenditore americano Dennis Tito paga – si dice – 20 milioni di dollari per salire a bordo di una navetta russa e atterrare sulla Stazione spaziale internazionale. Oggi, sulla scia di Space X, l'azienda di Elon Musk che con i suoi razzi "riciclabili" ha riacceso la corsa allo spazio, anche il turismo tra le stelle sembra essere sempre più un'avventura alla portata di tutti. O meglio, alla portata di chi può permettersi di sborsare qualche milione di dollari per una vacanza del genere: ad esempio per passare 12 giorni sul primo hotel di lusso nello spazio. Secondo la Orion Span, una società aerospaziale di Houston, in Texas, entro il 2021 sarà in orbita l'Aurora Station, una stazione privata di 10 metri per 4, in grado di ospitare 4 turisti e 2 membri di equipaggio, per un soggiorno a 320 chilometri dalla superficie terrestre, solo 80 chilometri più in basso della Stazione spaziale internazionale. Costo: 9 milioni e mezzo di dollari a testa – più o meno 800mila dollari al notte. Ed è già possibile prenotare on line, con una "caparra" da 80mila dollari.

 

Il 5 aprile scorso è stato completato con successo il primo volo suborbitale di prova della navetta della Virgin Galactic, la SpaceShipTwo VSS Unity, pilotato dall'italiano Nicola Pecile e dal canadese Mike Masucci, entrambi piloti sperimentatori della società di Richard Branson. Il progetto della navetta è nato oltre dieci anni fa, ma questo è il primo volo dopo l'incidente del 31 ottobre 2014, in cui perse la vita il copilota Michael Alsbury e che aveva bloccato i test. "Il nuovo test della Virgin Galactic è un passo in avanti molto importante", ha detto Roberto Battiston, il presidente dell'Agenzia spaziale italiana che nel dicembre 2017 ha concluso con la Virgin Galactic un accordo tramite la società Altec, costituita dalla Thales Alenia Spazio (Thales - Leonardo) e Asi. L'idea è quella di realizzare in Italia uno spazioporto per i voli suborbitali: "Se tutto procederà bene, a fine anno la Virgin Galactic potrebbe cominciare i voli commerciali e allora si aprirà un nuovo mercato, al quale stiamo guardando con interesse". Non sarà ancora un turismo alla portata di tutti, ma i costi scenderanno dagli attuali milioni di dollari a circa 250mila dollari: "È un pezzo di space economy – ha aggiunto Battiston – che prende forma, l'attività spaziale che si trasforma in valore economico". La SpaceShipTwo, rilasciata a 15mila metri di quota dall'aereo madre WhiteKnightTwo nei cieli dello spazioporto nel deserto del Mojave, in California, ha acceso il motore per 30 secondi accelerando fino alla velocità di Mach 1.6, quindi superando la barriera del suono e raggiungendo un'altitudine di 25.686 metri. Un importante passo avanti verso i primi voli turistici suborbitali: a un'altitudine di quasi 110 chilometri, quindi oltre la cosiddetta "Linea di Karman" che segna il limite convenzionale tra la Terra e lo spazio, gli astro-turisti per qualche minuto potranno sperimentare la microgravità, prima di tornare in volo planato sull'aeroporto di partenza.

    

La Blue Origin del fondatore di Amazon, Jeff Bezos, ha sviluppato un veicolo più simile alla capsula di un razzo piuttosto che a un aereo. Inizialmente previsti per il 2018, i voli turistici spaziali di Blue Origin dovrebbero iniziare dai primi mesi del 2019. Blue Origin, come SpaceX, abbatterà i costi di ogni lancio tramite il riutilizzo quasi integrale dei razzi: l'azienda di Elon Musk, infatti, vorrebbe inviare i primi turisti per un viaggio attorno alla Luna (e ritorno) nel corso del 2018 ma non ci sono ancora conferme al riguardo e ci sono seri dubbi che un obiettivo così ambizioso possa essere raggiunto quest'anno. 

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