Le buone idee per vendere libri usati, trovare lezioni già fatte e imparare l'inglese

Maurizio Stefanini

Ricomincia la scuola, e allora ecco una serie di idee per ridurre le spese

I figli tornano a scuola, i genitori spendono un sacco di soldi. Proprio aiutare a ridurre questa spesa sta diventando una occasione per molte start up: a partire dall’acquisto dei libri. Da sempre, per la verità, qui esiste la possibilità di ricorrere al mercato dell’usato, anche se a volte c’è l’ostacolo dell’aggiornamento di edizione. Come in passato, ci sono ancora le librerie specializzate, ci sono i banchetti, e c’è il passaparola. Nell’epoca della start up economy c’è però oggi anche Pick my book. L’idea venne nel giugno del 2014 a Arianna Cortese: una studentessa torinese che nel preparare l’esame di maturità guardava la sua stanza piena di libri che non avrebbe mai più utilizzato. Per sbolognarli sapeva però che avrebbe dovuto fare lunghe file, ricavandone in cambio cifre minime. Creò allora un sito per comprare e vendere i libri usarti minimizzando la fatica e massimizzando i guadagni. In pratica funziona come un social network dove si possono cercare, valutare e acquistare i testi. Appositi filtri indicano distanza, prezzo e feedback del venditore, e si possono pure guardare le foto di alcune pagine del libro, per valutare personalmente lo stato. E niente costi di spedizione: venditore e compratore si incontrano direttamente per lo scambio. Come spiega il sito, “è gratuito e riceverai una notifica quando qualcuno li vorrà comprare. Il prezzo di vendita lo scegli tu. Puoi decidere se ricevere denaro contante, oppure crediti che potrai riutilizzare per prendere altri libri su PickMyBook, semplificando gli scambi. Non ci sono costi di spedizione: le parti che concludono l’affare si incontrano direttamente per effettuare lo scambio”.

 

Ma ormai non si studia più solo sui libri. Ancora più giovane di Arianna, appena quattordicenne, era nel 2004 Marco De Rossi quando creò OilProject: il più grande archivio di corsi online. “Con Oilproject diamo la possibilità di studiare dal proprio smartphone, tablet o pc, integrando e approfondendo quanto si è imparato a scuola”, spiegava nel 2016 in un’intervista a Millionaire, quando era ormai arrivato a offrire 5.600 lezioni di quasi tutte le materie della scuola superiore a 1,7 milioni di utenti unici al mese. A 25 anni De Rossi trasformò allora OilProject in WeSchool. Non più solo per studenti ma anche per docenti che vogliano impratichirsi con nuove metodologie didattiche e con aziende che vogliano portare valore al mondo della scuola dall’altro. Ha poi il ramo WeSchool library, che propone agli studenti video, testi ed esercizi per migliorarsi. “Oggi WeSchool è usata da milioni di persone e ospita 7.000 lezioni: da Pirandello fino alla chimica, da Massimo Temporelli a Umberto Eco”, si presenta sul suo sito. E ormai c’è la partecipazione di Telecom Italia, Club digitale e Club Italia Investimenti 2. 

 

Oltre ai libri, poi, agli studenti serve il classico diario scolastico, su cui annotare i compiti. In passato poteva essere un prodotto editoriale piuttosto elaborato, “commentato” da disegni e testi di autori o case editrici famose: su tutti, i Diari della Disney e quelli firmati da Jacovitti. Ma ormai sempre meno si annota con carta e penna, e anche qui si può sostituire il prodotto tradizionale con una app: è HeyStudent. Anch’essa è stata creata da uno studente alle prese con la maturità: il vicentino Gianluigi Pelle, nel 2015. Scaricandola gratuitamente si possono impostare le materie e l’orario e poi la si può riempire nel modo classico: compiti, verifiche, interrogazioni.

 

Ma anche con libri, lezioni e diario si può avere a un certo punto necessità d ripetizioni. Repetita iuvant, dicevano i latini. Repetita iuvant è anche un progetto nato dallo Startup Lab dell’Università dell’Insubria, per far incontrare domanda e offerta di ripetizioni su una piattaforma. Si può scegliere: sia lezioni individuali; sia lo studio assistito da parte di un insegnante. L’idea è stata dei varesini Marco Speroni e Sebastiano Tubere, secondo cui “si tratta di una piattaforma che intende agevolare il mercato del lavoro e delle ripetizioni private in Italia - che oggi è ai confini della legalità - da mettere a disposizione dei docenti delle scuole private che possono avere più di una fonte di reddito”.

 

Infine, per chi ha problemi con l’inglese c’è Fluentify. Fondata nel 2013 da un gruppo di sei giovani italiani, ha sede a Londra e lavora tramite un portale. Chiunque può misurare il proprio livello di inglese per poi accedere al percorso per migliorarlo, con tutor di madrelingua che intervengono da remoto in sessioni private.

Di più su questi argomenti: