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Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA
Un'estate di inquietudini e calciomercato
I sogni di mercato, gli infortuni inspiegabili e le attese deluse, dove l’inquietudine si mescola al fascino oscuro di un pupazzetto cinese e alle speranze spezzate di calciatori sospesi. Scrivere all’estate, allora, diventa un modo per distrarsi, e forse, placare un po’ quel turbamento che arriva quando tutto sta per finire
Cara estate ti scrivo, così mi distraggo un po’. Le notizie di mercato incalzano, giustificando mille sogni acrobatici. Tutti alla ricerca di centravanti grossi e disinibiti, con l’antica abitudine a staccare di testa colpendo forte, e insieme ondeggiare come fiori nel vento. Forti e leggeri, dunque. Uno di questi, Lukaku, si è spezzato ancora prima di cominciare. A vederlo nelle foto e in qualche immagine di allenamento sembrava ancora più imponente e gonfio. Magari è stato quello, oppure una naturale inclinazione dovuta all’età, o il fato, chissà. A Roma, nel frattempo, uno per niente gonfio, Bailey, si è fatto male senza nemmeno sforzarsi troppo. Mi chiedo come si possa pensare di acquistare un giocatore così, continuamente infortunato, senza calcolarne le conseguenze. Gasperini si inalbera se gli chiedono del mercato, e fa una faccia tesa, dove il sorriso frena sotto occhi fiammeggianti. Ha bisogno di una squadra forte subito, non può nemmeno immaginare di cominciare piano, per riascoltare vecchi antipatici discorsi. Penso sia comprensibile da parte sua.
Però c’è ancora tempo, cara estate, una decina di giorni per rimediare, poi il calciomercato va in vacanza. Nel frattempo leggo di questa nuova mania, quella di un pupazzetto cinese che si chiama Labubu, stessa sillabazione di Lukaku (curiosità a latere). A differenza dell’attaccante, comunque bello nella sua infinita grandezza, il piccolo Labubu bello non è. Viene descritto su internet come un oggetto dal fascino alternativo e gotico, con quello che può significare, cioè assolutamente nulla. Eppure fanno la fila per acquistarlo, anche sotto il sole. Se provo a ipotizzare il perché del suo successo, d’acchito non lo trovo. Però, razionalizzando, credo che sia dovuto al fatto che rappresenta molto bene l’inquietudine.
Ecco, cara estate, la stessa inquietudine che ci prende quando finisci tu, e si torna alla solita vita di sempre, senza bagni al mare o gite in montagna. Quella inquietudine da cui dovremmo fuggire e che invece ci attrae, come ci attira una violenza, una parola gridata, una storia torbida oppure semplicemente sbagliata. Labubu come l’irrequieto Lookman (nella foto Getty), piccolo sì, ma dal sorriso “spaccante”, come direbbe il povero Bova. Pensava che la sua società lo avrebbe messo in vendita, così come un Labubu qualsiasi, immaginando la fila davanti al suo negozio. Immaginava di fare gol per nuove maglie e dentro nuovi confini. Immaginava di finire anche lui, come il pupazzetto, attaccato a uno zaino di qualche giovane star. Si è ritrovato da solo, a Zingonia, a firmare autografi stanchi, in mezzo ad allenamenti solitari, con la faccia tosta di chi ha provato a dire basta, per poi mangiarsi ancora la parola, come era già successo esattamente un anno fa. Generando quel sostanziale imbarazzo che di questi tempi va così di moda. E meno male che ti scrivo, cara estate, così mi distraggo un po’. Sperando che in questo modo, mi passi l’inquietudine.