Joe Barone - foto Ansa

Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA

Pensieri sparsi un po' su tutto il mondo dello sport (e su quando deve dare l'esempio)

Alessandro Bonan

Lo confesso: non so di che scrivere. La questione Acerbi è ormai vuota, per cui ecco una carellata di opinioni personali un po' su tutto, da Sinner alla Nazionale. Ma soprattutto sulla partita che si gioca oggi a Firenze e sull'omaggio a Joe Barone

Lo confesso, proprio adesso che ricomincia il campionato dopo la sosta delle nazionali, non so che scrivere. Di Acerbi non mi va di parlare, lo hanno già fatto tutti e in maniera così incoerente da sembrarmi una questione vuota, priva di senso. Il nulla assoluto. Mi pento di questo pensiero ma non mi dolgo. Ma con il solo pentimento non vado avanti e quindi, amici del Foglio, continuo a non sapere che cosa scrivervi oggi. Per cui chiedo al giornale di non pagarmi questo articolo che io non scriverò.
 

Se anche doveste leggere qualche frase dentro questo rettangolo di gioco che si chiama Bonanza, sappiate che non l’ho scritta ma solo pensata. Per cui tra le cose che penso, c’è che la Nazionale vista in America mi piace, ha un che di frizzantino e di veloce. Deve solo trovare una cifra di stile (un suono si direbbe in musica), ma possiede una certa personalità.  Il merito è di Spalletti (nella foto LaPresse)  che sta mischiando le carte in attesa di trovare quattro assi nel mazzo (ma già due basterebbero). La questione della play station bandita dal c.t., non va sottovalutata. Non è stata una semplice battuta, ma una discriminante che separa gli uomini dai bambini. E Spalletti ha bisogno di uomini.
 

Poi penso (ma questo lo sottoscrivo), che Sinner sia un regalo piovuto dal cielo a prescindere dalle vittorie e le sconfitte. La sua presenza costante sulla scena, ci riempie la vita (forse mi accontento di poco), ci rende protagonisti a prescindere. Il tennis è uno sport che non comporta pause, c’è sempre. Possedere un italiano così bravo ci permette di trovare una presa forte alla realtà, una ricarica infinita, l’energia che ci manca in certe giornate storte.
 

Infine penso che esistano parecchi momenti in cui lo sport deve dare l’esempio. Oggi a Firenze ci sarà una bella partita tra Fiorentina e Milan. Arriva dopo un lutto, la morte del direttore generale Joe Barone. Sulla panchina del Milan siede Pioli, che visse il dramma di Astori. L’allora capitano viola se ne andò all’improvviso, giovane e sicuro di non morire mai. Anche Barone ci ha lasciato, dentro una stanza d’albergo, prima di una partita. Aveva solo cinquantotto anni (li avrebbe compiuti il giorno dopo), non era giovane, non era vecchio. Entrambi lavoravano per la Fiorentina, erano uomini di calcio. In nome della loro assenza ci sarà uno stadio unito nel ricordo. Sarebbe bello se, in campo e sugli spalti, tutti si comportassero con rispetto, senza provocazioni, senza polemiche, se non con la misura giusta. È un semplice pensiero, forse un’invocazione. Magari questo sì lo scrivo, che forse fa più effetto.

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