Juan Jesus - foto Ansa

Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA

Ormai tutto quello di cui si parla nel calcio è un fuorionda

Alessandro Bonan

Fa notizia il velato, l’indicibile, la chiacchiera origliata, il gesto nell’ombra. Dalle battute sulla figlia di Fiorello, alle parole di Acerbi a Juan Jesus

Ormai è tutto un fuori onda, dalle battute sulla figlia di Fiorello (Aldo Grasso ha sgamato il protagonista, dovete leggerlo), alle parole di Acerbi a Juan Jesus. Da De Laurentiis che toglie dall’onda Politano (ne ho scritto sabato scorso, non ve ne siete accorti?), a D’Aversa che s’impunta con la testa contro Henry (fuori onda tecnico). Da Lotito che parla di un tradimento avvenuto dentro uno spogliatoio tra Sarri e la squadra (fuori onda privato), all’inchiesta sul Milan (fuori onda investigativo). Da Allegri che perde le staffe in diretta (fuori onda in onda), a tutti noi che non capiamo quello che ha detto (fuori onda incomprensibile, servono i sottotitoli). Da uno Zhang che si collega (?) dalla Cina senza sapere esattamente dove sia (fuori onda da un bel po’), a una Figc che sull’affare Acerbi ha lasciato inizialmente la patata bollente nelle mani di Spalletti (più che fuori onda, fuori dal vaso). Dal caso “revenge porn” nei corridoi di Trigoria, storia di una tristezza indicibile (fuori onda pietoso), a tutti i dialoghi tra arbitri e Var in cui non si capisce il senso di certe prese di posizione, tanto che anche spiegarle risulta impossibile (fuori onda inutile).
 

Insomma ormai nel calcio, come nella vita, fa notizia il velato, l’indicibile, la chiacchiera origliata, il gesto nell’ombra. E mentre la famiglia Ferragni mette di schiena i figli cresciuti a pane e fuori onda per preservarli dalla loro stessa devianza, noi continuiamo a guardare dal buco della serratura con immensa soddisfazione, esaltandoci sui social con le nostre misere esistenze. In tutto questo ci sfugge, o ci interessa meno, quello che di bello abbiamo davanti agli occhi. 
 

Il calcio di Madrid in Champions ci ha restituito un’Inter fuori dalla competizione e un rigore tirato sulla Luna, ma insieme a questo, di cui ormai sappiamo tutto, non dobbiamo dimenticarci dello spettacolo di folla del Wanda Metropolitano, perché il popolo allo stadio, con i bambini in braccio e le lacrime di chi vince e chi perde, resta il motivo principale della grandezza di questo sport. E per fortuna abbiamo un ct della Nazionale che ha capito quanto sia importante far leva sui sentimenti per ottenere grandi risultati. Nell’incontrare Sinner, l’uomo di Certaldo si è piegato in due, come fa, presumibilmente, nel coltivare la sua terra dei campi toscani, da contadino per passione. È stato un gesto istintivo ma molto simbolico. Voleva essere il segno visibile dell’umiltà: il maestro che omaggia il giovane campione, esempio di svariate virtù, con un inchino da consumarsi davanti ai suoi calciatori. In favore di telecamera, affinché non venga confuso con un incidentale, per quanto divertente, fuori onda.

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