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un Mondiale lunghissimo

Ivan Capelli ci racconta cosa aspettarsi dalla stagione 2024 della Formula 1

Umberto Zapelloni

Verstappen sabato 2 marzo ripartirà da grande favorito per il titolo. La Ferrari potrebbe tornare competitiva, ma "Leclerc deve migliorare molto la sua gestione del tempo"

La Formula 1 sta riaccendendo i motori. Da sabato 2 marzo a domenica 8 dicembre fanno 281 giorni, con la bellezza di 24 gran premi più sei gare sprint. Il Mondiale più lungo di sempre, sperando che non sia anche il più noioso. Non sarà semplice sbattere Verstappen giù dal piedistallo dove regna da tre anni di fila. Ha un’auto imbattibile e lui stesso ormai ha imparato a sbagliare ben poco. “Verstappen è il pilota prototipo che Adrian Newey vuole sulla propria vettura, me lo ha raccontato anche l’anno scorsi quando l’ho intervistato a Monte Carlo – racconta Ivan Capelli, sempre più coinvolto nella squadra Sky che seguirà il Mondiale – Max è il pilota modello dell’era moderna, un pilota che non si lascia minimamente distrarre da quello che ha attorno. È il pilota che tutti gli ingegneri vorrebbero, anche perché l’anno scorso ha alzato ancora di più l’asticella, commettendo un errore solo in tutto il campionato, un testacoda nelle prove libere del Gran premio del Texas”. Già campione no, ma grande favorito di sicuro: “Ventiquattro gare sono tante, avrà la difficoltà di riuscire a gestirle tutte fino in fondo, ma ha già dimostrato di potercela fare”.

"Leclerc deve migliorare molto la sua gestione del tempo perché restare al massimo per 24 gare è complicatissimo. Charles ha una grandissima opportunità. Oggi sembra quasi assurdo dirlo, ma Charles può diventare campione quest’anno e poi ritrovarsi in squadra un Hamilton che potrà guardare da campione a campione. Una situazione che cambierebbe molto le cose all’interno della Ferrari nel 2025. Sarà questo il suo obiettivo quest’anno, anche se mi rendo conto che oggi può sembrare solo un’illusione. Ma Leclerc è un ragazzo molto intelligente e sa di poter crescere”.

Da ex ferrarista, Ivan ha molte aspettative per la Scuderia: “La Ferrari può vincere più di una gara, ma l’obiettivo principale è quello di invertire la rotta degli ultimi anni e avere una macchina in grado di evolvere e migliorare durante la stagione. Anche perché quest’anno conta di più, visto che le auto di quest’anno rimarranno anche l’anno prossimo in attesa poi della rivoluzione del 2026. Direi che riuscire a far progredire la monoposto durante la stagione, per Vasseur sarebbe già aver fatto metà del suo lavoro. Non vorrei più sentire: da questa macchina abbiamo ottenuto tutto, ora pensiamo a quella dell’anno dopo…”.

Ivan conosce benissimo anche Adrian Newey. È stato uno dei primi a lavorarci ai tempi della Leyton House alla fine degli anni Ottanta. Anche lui è rimasto sorpreso dalle forme aggressive della nuova Red Bull “Squadra che vince non si cambia. Lui invece ha avuto il coraggio di stravolgere il progetto. In questa scelta vedo anche la grande umiltà di Newey, uno che va sempre ad osservare le monoposto avversarie prendendo appunti e facendo schizzi. Lui riesce a capire che cosa può esserci di buono in ogni auto… ho visto una vignetta di Adrian che prende appunti davanti alla Mercedes di due anni fa e dice: beh ho capito che cosa non va, adesso l’aggiusto! Beh lui è così. Lo avete visto nei test sdraiato come un meccanico sotto la macchina… a lui piace sentire il contatto… guida anche la macchina, ricordo quando guidò la mia nel 1988… voleva capire se davvero era troppo stretta… e alla fine mi diede ragione…”. Aspettando la risoluzione del caso Horner, la Red Bull ha il mondiale in mano. Vedremo.

Ma il 2024 è anche l’ultimo anno di Hamilton in Mercedes. Che cosa dobbiamo aspettarci? “Alla Mercedes vieterei a Lewis di entrare nei box con il telefonino… Lewis in questi anni ha vinto 7 titoli con la Mercedes, ma ha capito che cosa vuol dire Ferrari e secondo me avrà nuove energie mentali per guidare la Ferrari. Non crediate che arrivi a Maranello per svernare. Porterà alla Scuderia tanta tranquillità nell’analisi della macchina, della metodologia di lavoro, delle strategie. Oggi un quarantenne che ha voglia di mettersi in gioco non ha nessuna limitazione, guardate Fernando. L’unica cosa è riuscire a gestire la concentrazione su 24 weekend. Magari un ventenne ha la capacità di accendersi e spegnersi di gara in gara, mentre un quarantenne potrebbe sentire di più la fatica…”.

Che cosa può portare Hamilton? “Porterà tanta esperienza, ma non disegnerà lui la macchina, quindi… Però va tenuto presente che i grandi campioni portano con sé l’attenzione di altri campioni, come possono essere certi ingegneri che non credevano nel cambiamento. Lui è il primo cambiamento. Chissà che non possano arrivare nuovi ingegneri, magari inglesi, magari con il cognome che inizia per N…”. Il sogno continua. Ricreare un dream team a Maranello. Come nell’era Schumacher. L’unica garanzia di successo.

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