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Alberto Razzetti e la gara più massacrante del nuoto: i 400 misti. "Ti fa male tutto"

Francesco Caligaris

A novembre, ai Campionati italiani assoluti in vasca lunga di Riccione, il nuotatore si è qualificato alle Olimpiadi di Parigi realizzando i nuovi record nazionali in entrambe le distanze dei misti: "È una cosa che mi rende orgoglioso", dice al Foglio

Vi siete mai chiesti perché l’ordine dei quattro stili del nuoto, nei misti, è proprio delfino-dorso-rana-stile libero? La risposta contiene del sadismo. “La motivazione sono i cambi di ritmo”, spiega Alberto Razzetti, 24 anni vissuti tra Sestri Levante, Genova e Livorno, una vita sempre con il mare davanti. “Nel delfino muovi le braccia tutte e due insieme, mentre a dorso ne muovi una alla volta, quindi la frequenza e il ritmo della nuotata sono diversi. Poi dopo il dorso c’è la rana e torni di nuovo alle due braccia insieme, e nello stile libero è ancora una alla volta. Passi continuamente da due a una, da due a una. Cambia il ritmo: stai sempre nuotando, certo, ma sono nuotate diverse, e nel passaggio da uno stile all’altro non è così scontato riprendere subito il ritmo giusto”. Insomma, è una sottile crudeltà in più in una specialità che già di per sé richiede talento, polivalenza e spirito di sacrificio. Una volta Razzetti ha detto: “I 400 misti sono la gara più massacrante del nuoto in vasca, quando arrivi in fondo ti fa male ogni parte del corpo”. Adesso aggiunge: “Considerando anche l’aspetto mentale, secondo me sono più tosti anche dei 1500 stile libero e dei 200 delfino”

Alla fine di novembre, ai Campionati italiani assoluti in vasca lunga di Riccione, Razzetti si è qualificato alle Olimpiadi di Parigi realizzando i nuovi record nazionali in entrambe le distanze dei misti: 1’56’’21 nei 200 e 4’09’’29 nei 400. In quest’ultima gara ha migliorato il primato che apparteneva a Luca Marin dal lontano 2007, quel 4’09’’88 con cui Marin aveva conquistato la medaglia di bronzo ai Mondiali di Melbourne alle spalle di Michael Phelps e Ryan Lochte, non due nuotatori qualsiasi. “È una cosa che mi rende orgoglioso”, continua Razzetti. “Ho sempre pensato che quello fosse un record imbattibile. Mi ricordo che qualche anno fa parlavo con un mio amico e dicevamo: ma questo record non lo batterà nessuno per tantissimo tempo. E invece averlo migliorato io mi fa effetto, un bell’effetto chiaramente”. 

La settimana dopo, all’inizio di dicembre, Razzetti ha vinto tre medaglie agli Europei in vasca corta di Otopeni, in Romania: due argenti (200 misti e 200 delfino) a 72 minuti di distanza l’uno dall’altro e, soprattutto, l’oro nei 400 misti con il nuovo record italiano e dei campionati, 3’57’’01, il nono tempo più veloce della storia. Da domani andrà a caccia di conferme ai Mondiali in vasca lunga di Doha, in Qatar. È iscritto ai 200 delfino (finale mercoledì 14 febbraio), ai 200 misti (giovedì 15) e ai 400 misti (domenica 18), e si presenta al via con il miglior tempo stagionale dei 400, gara in cui, tra le molte assenze di questi Mondiali, non ci sarà il primatista del mondo della specialità, il francese Léon Marchand. “Ma ci sono comunque i giapponesi, gli americani e i britannici”, dice Razzetti. “E in ogni caso, a prescindere da chi ci sia o non ci sia, io penso che ogni Mondiale, ogni Europeo, ogni gara internazionale sia un’occasione per provare a fare qualcosa di importante. I risultati di novembre e dicembre hanno fatto salire un po’ il mio livello, ma sono consapevole che se voglio continuare a togliermi delle soddisfazioni devo fare ancora qualcosa in più. E lo posso fare”.

Ma come si decide di nuotare i misti? Thomas Ceccon, il nuotatore più eclettico mai nato in Italia (ma non ci sarà a Doha per un infortunio a un dito), non ne può più di chi gli chiede perché, con la sua velocità nel dorso, nel delfino e nello stile libero, e con una rana comunque solida, non gareggi nei 200 misti. La verità è che i misti sono uno stile a sé, come conferma Razzetti: “È verissimo. Ci sono atleti che magari sono molto competitivi in un 50 per ogni stile, poi li metti a fare i 200 misti e incontrano delle difficoltà. È sempre il discorso del cambio di ritmo di prima, non è scontato essere subito performanti. Bisogna allenare anche la resistenza. Nei misti è importante mettere tutti gli stili insieme e far funzionare il complesso”. E conclude: “Io fin da piccolo ho sempre fatto tutte le gare possibili, anche se i 400 misti non mi piacevano proprio, erano troppo faticosi mentalmente. Nel 2018 avevo smesso di nuotarli. Li ho ripresi quando mi sono trasferito a Livorno per allenarmi con Stefano Franceschi, un po’ come esperimento: agli Europei del 2021 erano l’ultimo giorno di gara e io avevo già finito il mio programma. C’era ancora un posto libero e abbiamo detto: perché non provare? Non abbiamo niente da perdere. Alla fine ho vinto l’argento”.

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