Calcio e finanza

Tra sport e fisco. Qual è davvero l'impatto del decreto crescita sui conti delle squadre e dello stato?

 Matteo Spaziante

Secondo i dati forniti in una recente commissione Finanze della Camera, i redditi di chi ha beneficiato di questi sgravi nel corso del 2021 sono stati pari a oltre 2,5 miliardi. Tra i calciatori che hanno avuto accesso ai vantaggi fiscali Lukaku, Thuram e Loftus-Cheek

Continua la battaglia sui vantaggi fiscali legati al cosiddetto Decreto Crescita per il mondo del calcio e dello sport professionistico in generale. La norma, che porta i calciatori e i tesserati che provengono dall’estero a versare la metà dell’Irpef, è oggetto di un tira e molla politico con effetti potenzialmente rilevanti per le società italiane. “Sul caso del rientro dei cervelli, sui calciatori una riflessione andrebbe fatta perché non c’è solo il vantaggio per i grandi campioni, ma l’effetto distruttivo per il vivaio di calciatori italiani che trovano una concorrenza impropria”, le parole del ministero dell’Economica Giancarlo Giorgetti.


Ma quanto vale questa misura, a livello sportivo e in generale? Secondo i dati forniti in una recente commissione Finanze della Camera, i redditi di chi ha beneficiato di questi sgravi nel corso del 2021 sono stati pari a oltre 2,5 miliardi con 21 mila lavoratori che hanno potuto sfruttarli. Tra le varie categorie, in particolare settore “attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento”, che raccoglie anche i lavoratori dello sport professionistico, ha fatto registrare sgravi su oltre 415 milioni di euro (per un totale di 435 lavoratori complessivi), per una media di 954mila euro, la più alta tra tutti i settori. La misura è costata 674 milioni di euro alle casse dello Stato.


Tanti i  calciatori che hanno potuto accedere ai vantaggi fiscali negli ultimi anni, da Romelu Lukaku a Marcus Thuram passando per Ruben Loftus-Cheek e Timothy Weah. E il calcio, così, ora punta a trattare. “Pensiamo che si possa trovare un accordo che vada a tutelare non solo il calcio italiano, ma lo spirito di questa norma”, ha detto il senatore e patron della Lazio Claudio Lotito.