Foto Ap, via LaPresse

Formula 1

Verstappen vince in Qatar un Gran premio troppo caldo

Fabio Tavelli

Dopo aver vinto il Mondiale, l'olandese vince anche il Gp. Leclerc termina al quinto posto. Alcuni piloti hanno rischiato il collasso: davvero tutto questo è necessario?

Almeno questa gara in Qatar ce la siamo… purtroppo non tolta dai pensieri ma almeno per un anno possiamo occuparci d’altro. D’accordo i problemi di sicurezza, da mettere come sempre al di sopra di ogni valutazione, ma imporre in una competizione il massimo numero di giri da compiere con un tipo di gomma ha costretto chi l’ha seguita a un esercizio disumano, con vetture perennemente ai box e una classifica incomprensibile. Al punto che anche i telecronisti ed i commentatori hanno dovuto compiere uno sforzo non da poco per spiegare se le posizioni che si vedevano nella grafica erano reali oppure virtuali. Diciamo con chiarezza: vanno bene i soldi, siamo gente di mondo. Ma se a tutto questo aggiungiamo che alcuni piloti hanno rischiato il collasso (Sargeant si è addirittura ritirato e quando è uscito dalla macchina è stato aiutato da un defibrillatore), quasi tutti aprivano e chiudevano la visiera per trovare un minimo di refrigerio e c’è anche chi ha staccato le mani dal volante per prendere aria sulle mani, ecco, tutto questo non è accettabile.

Alonso a un certo punto ha dovuto fare un pit stop per evitare il surriscaldamento del sedile. Mettiamoci anche la questione dei cordoli che rovinano le gomme e i famigerati track-limits che hanno punteggiato di penalizzazioni la gara di molti protagonisti (in questa sciagurata classifica ha ancora una volta “brillato” Sergio Perez, sempre meno presentabile per la Red Bull del prossimo anno).

La gara? Ha vinto Verstappen, con il braccio fuori dal finestrino dopo aver festeggiato il terzo titolo mondiale consecutivo il giorno precedente dopo la sprint race. La Ferrari ha dovuto ritirare la vettura di Sainz ancor prima della gara a causa di una non meglio chiarita perdita di carburante. Non una gran figura per la Rossa che poi in pista con il solo Leclerc ha chiuso quinta a 33 secondi non da Max ma dalle McLaren. Da film horror quel che riesce a combinare Lewis Hamilton alla prima curva. Aveva la gomma rossa e più grip di tutti. Sapeva che la sua occasione era quella. Peccato, per lui ma soprattutto per la Mercedes, che sulla traiettoria del suo folle disegno di passare anche Verstappen ci fosse il suo compagno di squadra Russell. Due Mercedes contro una Ferrari al semaforo verde, con i grigi ben avanti in griglia, significava sulla carta una gara quasi da KO per la corsa al secondo posto nel campionato costruttori. Ed invece dopo un giro Lewis era già sullo scooter dei commissari con la sua auto spiaggiata nella sabbia mentre Russell era costretto ad un pit stop per problemi meccanici e dunque finiva ultimo. Per fortuna della Mercedes l’inglese più giovane ha messo a segno una delle più belle gare della sua carriera riuscendo a rimontare fino alla quarta posizione e dando al suo team comunque un vantaggio di punti rispetto alla Ferrari. Resta la sgradevole sensazione di aver assistito a qualcosa di rinunciabile, e non per colpa del fatto che Max Verstappen ha chiuso i conti con largo anticipo. Per la seconda volta consecutiva ci sono due McLaren sul podio, stavolta con posizioni invertite rispetto Suzuka, a dimostrazione che si può anche sbagliare la macchina in inverno ma che la possibilità di correzione non è così impossibile. Chi pensa di poter attaccare la Red Bull il prossimo anno prenda appunti.

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