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Il capolavoro di Bagnaia. Vince a Jerez e scaccia il fantasma di Marquez

Umberto Zapelloni

Il campione italiano trionfa in Spagna con una prestazione perfetta, al termine di un gran duello con il rivale spagnolo. Adesso la vetta del mondiale dista 17 punti

Un capolavoro. Ecco quello che serviva a Pecco Bagnaia per fare il pieno in classifica e soprattutto nel serbatoio della fiducia che si stava svuotando rapidamente nonostante i due mondiali conquistati e un contratto lunghissimo in tasca. Lo ha dipinto a Jerez, in Spagna, a casa di Martin e Marquez, i suoi avversari. Partendo la lontano, dal settimo posto, da dove non era mai scattato nessuno dei vincitori su questa pista, famosa soprattutto per la sportellata che Schumacher diede  a Villeneuve nel 1997. Ma Pecco non si è accontentato di un capolavoro, ne ha dipinti due.

Il primo subito al via, dopo una partenza perfetta, quando, con la staccata pazzesca all’esterno in curva 6 al primo giro, ha infilato due avversari in un colpo. “Fantasia, talento e un po’ di pazzia”, come l’ha raccontata Valentino Rossi. Il secondo capolavoro lo ha dipinto alla fine, quando Marc Marquez gli è arrivato addosso come una furia, attaccandolo senza un domani, senza freni come ci ha abituati. Lo ha infilato due volte, ma due volte Pecco gli ha risposto per le rime, con una cattiveria raramente mostrata prima, cancellando anche i dubbi sul volto degli ultimi scettici rimasti, quelli che continuavano a ripetere “Sì Pecco è bravo, però…”. Ecco con la gara di Jerez ha cancellato definitivamente quel però.

 

“E’ stato perfetto, se si può dare un 10 a una gara, questa è da 10”, ha aggiunto Vale. Una volta caduto Martin, il leader del campionato che stava guidando la gara, Pecco poteva anche accontentarsi, non prendersi rischi esagerati. Invece ha duellato con Marquez, si è preso a sportellate con l’ex re del mondo, e alla fine si è portato a casa una vittoria che vale molto di più dei 25 punti in palio. È un successo che lo riporta a 17 lunghezze da Martin, ma soprattutto scaccia il fantasma di Marc Marquez che continuerà a tormentarlo, ma per il momento è stato allontanato. Almeno sino alla prossima gara perché Marquez prima o poi tornerà alla vittoria.

L’arrivo di Marc sul pianeta Ducati, anche se con la scuderia di Gresini e la vecchia moto, era una mina vagante come si era subito visto a Portimao quando erano finiti abbracciati nella sabbia. Se Marquez avesse vinto a Jerez davanti alla sua gente, sarebbe stata una botta terribile. Per il morale e la fiducia più che per la classifica. “Noi stimiamo Pecco, ma ha fatto qualcosa di incredibile”, commentano dal suo box. Nell’anno in cui Marquez ha alzato l’asticella, Pecco ha risposto saltando ancora più alto di tutti. Una vittoria che sa di consacrazione se ne aveva davvero bisogno chi come lui ha già vinto due titoli. Per comprendere l’importanza di questo successo basta rivedere la festa scoppiata al box Ducati dopo la bandiera a scacchi. Domizia, la fidanzata che presto diventerà moglie, sembra che abbia gareggiato anche lei. Sono quei giorni che lasciano il segno.

 

Adesso affronterà con una testa diversa il duello con Martin che è poi l’avversario vero per il titolo, fortissimo nelle Sprint, un po’ meno sulle gare lunghe dove ogni tanto parte per la tangente. “E’ stata bella, molto, è nella top 5 della mia carriera, forse nella top tre con quella dell’anno scorso qui e quella del Mugello nel 2022 - ha detto Pecco -  Sono stato bravo nel primo giro, dovevo risalire subito… l'obiettivo era quello e l’ho centrato. Il sorpasso all’esterno al via è stato la cosa che mi ha dato più gusto, poi il duello con Marc e il giro veloce alla fine”. Lo racconta con la sua solita espressione da bravo ragazzo. Giusto il sorriso è un pelo più accentuato. Anche nel giorno del capolavoro, Pecco resta il campione normale. Con una dedica speciale: “Al team perché ne aveva bisogno”.

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