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Serie A

Charles De Ketelaere ha ritrovato la leggerezza?

Marco Gaetani

Con addosso la maglia dell'Atalanta il belga sembra aver ripreso il filo della sua carriera perduto con quella del Milan. Gasperini è riuscito a riutilizzare il metodo Ilicic e il lavoro sembra dare i suoi frutti

Al dodicesimo minuto di Atalanta-Cagliari, Charles De Ketelaere ha ricevuto palla sui piedi a una trentina di metri dalla porta, affrontato da Dossena che quasi lo invitava all’uno contro uno. Il belga, come se nulla fosse, lo ha puntato, gli ha fatto passare la palla da un lato e lo ha aggirato dall’altro, presentandosi davanti a Radunovic e costringendolo a una parata decisiva. Ormai da un mese gioca partite ufficiali con la maglia dell’Atalanta e fin qui i segnali erano stati tutti positivi: dal gol immediato, al debutto contro il Sassuolo, alle altre ottime prestazioni. Eppure, con quella folata all’alba del match contro il Cagliari, De Ketelaere è finalmente tornato a sembrare e forse anche a sentirsi leggero come ai tempi del Bruges, quando pareva pronto a conquistare il mondo. Quella leggerezza che aveva perso a Milano, travolto da un insolito destino rossonero, proprio lui che in Belgio, per tutta la vita, aveva indossato il nerazzurro del Bruges. Adesso che ha ritrovato quei colori, i suoi colori, è come se avesse perso quel peso emotivo che lo affliggeva: ha ritrovato la voglia di rischiare la giocata, anche di sbagliarla. Perché in fin dei conti è solo una partita di pallone, e se va male un dribbling, pazienza.

Di pazienza ne ha avuta forse poca il Milan, facendolo diventare l’emblema di un mercato sbagliato su mille fronti: non solo Charles, ma anche i vari Origi e Adli. Il talento di De Ketelaere è cristallo fragile e prezioso, ha bisogno di cura, di protezione, di una tutela calcistica che va oltre il semplice rapporto con l’allenatore: proprio in queste settimane che hanno visto Gian Piero Gasperini al centro di mille polemiche, pizzicato da alcuni ex giocatori (Demiral, Maehle) per la sua durezza nei rapporti, il campo ci dice tutt’altro. Era già successo, d’altronde: quando l’Atalanta decise di scommettere su Josip Ilicic, quest’ultimo aveva il sapore della causa persa. Un altro trequartista mancino dal piede dolce, le idee geniali, il fisico fuori scala per il ruolo e una certa tendenza all’ombrosità: cosa ci fa un uomo di un metro e novanta in quella terra di nessuno tra centrocampo e attacco? Gasperini ha dimostrato invece che è la zona di campo in cui possono esaltarsi questi talenti atipici, addirittura in assenza di prime punte vere e proprie: con Scamacca e Touré fermi ai box, De Ketelaere ha trovato in Lookman il partner ideale. Il nigeriano nato alla periferia di Londra chiamato a svariare da una parte all’altra con la sua velocità, il belga abile nel leggere la posizione migliore in relazione a quella del compagno. Hanno fatto a fette la difesa del Cagliari: prima l’assist di uno per l’altro, fermati soltanto dal fuorigioco, quindi la cortesia ricambiata, con Charles che ha servito ad Ademola un pallone impossibile da sprecare, solo a porta sguarnita.

Un mese di partite ufficiali non è ancora sufficiente per sancire la rinascita di questo 22enne che in passato veniva accostato a De Bruyne e che invece, a Gasperini, ha ricordato Ilicic fin dal primo momento: “È vero, la somiglianza c’è, ha grandi margini di miglioramento ma parte da una bella base. Sono contento del suo atteggiamento e del suo carattere. In alcune caratteristiche sono simili, anche se Charles è un altro tipo di giocatore”.

Intanto all’orizzonte c’è la partita di Verona, in uno stadio che ispirava particolarmente lo sloveno: lì inventò un colpo di tacco per Pastore in un Chievo-Palermo sulla cui dinamica ancora ci si interroga a distanza di anni, sempre lì segnò due triplette in maglia Atalanta, una contro l’Hellas, l’altra contro il Chievo. Ci prendiamo ancora un po’ di tempo per capire se urlare o meno all’ennesimo miracolo gasperiniano, ma la strada sembra quella giusta, con questo De Ketelaere leggero e spensierato come ai tempi del Bruges. Come cantava Gaber, “butta via il dolore e la pesantezza: cerca di inventare la tua leggerezza e volerai”.

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