Il Foglio sportivo - storie di storie

Il giorno di Emil Zatopek e Dana Ingrova

Mauro Berruto

Sono nati lo stesso giorno, il 19 settembre 1922, hanno vinto l'oro olimpico nello stesso giorno, il 24 luglio 1952 a Helsinki. Storia della loro vita insieme, in due libri

Il 19 settembre 1922 nascevano, nello stesso giorno, Emil Zátopek e Dana Ingrova che sarebbe diventata sua moglie e avrebbe vinto una medaglia d’oro olimpica nel lancio del giavellotto il 24 luglio 1952 a Helsinki, stesso giorno in cui il marito Emil avrebbe vinto la propria, nei 5.000 metri. Visto che nulla succede per caso, queste incredibili coincidenze ci ricordano che la storia di Emil e di Dana andrebbe insegnata nelle scuole di ogni ordine e grado, perché racconta la storia di un pezzo di Europa e trasmette valori profondi, senza alcuna retorica. Un uomo e una donna infinitamente forti e infinitamente coerenti, tanto da pagare caro e salato il sostegno alla Primavera di Praga nel 1968.

Sono passati 101 anni da quando vennero al mondo e per una distorsione che ha molto declinato (e ancora declina) la narrazione sportiva nel genere maschile, esiste un’ampia letteratura riguardo a Emil, molto meno riguardo a Dana. Eppure soltanto il destino è riuscito a scindere le loro storie, concedendo a Dana di vivere vent’anni più a lungo di Emil. Ho scelto il libro più vecchio e quello più recente che ho trovato sul tema: il primo fu scritto negli anni d’oro di Zátopek, tanto che Emil stesso ne firmò, di proprio pugno, la prefazione: Frantisek Kozik, Emil Zátopek, l’uomo che camminava come noi (Edizioni Avanti! 1954). La parte più affascinante di questo libretto (che troverete soltanto su siti di libri usati) sono proprio quelle parole iniziali, scritte da uno Zátopek ancora in attività che dichiara di trovarsi molto più a suo agio con le scarpette da atletica che con la penna: “Kozik ha esattamente sottolineato – scrive Emil – l’importanza dello sport come valido mezzo per acquisire salute, coraggio, combattività e gioia. Condizione essenziale per raggiungere questi obiettivi è un cosciente e incessante allenamento, senza il quale non si può arrivare a risultati notevoli. Ho imparato da tutte le gare, dalle vittorie e dalle sconfitte e una cosa considero molto importante: non ritirarsi mai dalla lotta finché non si sia raggiunto il traguardo. Vorrei dire infine che non potrei correre bene se non amassi correre. Quando uno ama ciò che fa, lo fa meglio”. Ecco, questo mix di amore e fatica (gli antichi Greci la chiamerebbero filoponia) è raccontato con dovizia di particolari nelle pagine di un libro che, però, non lascia spazio alcuno a Dana.

Allora, per amore della verità, consiglio l’acquisto e la lettura del libro più recente sulla storia di un uomo fuori dal comune e della donna che è stata decisiva perché lui potesse esserlo, un libro che, anche nella forma narrativa, sorprende: una graphic novel scritta da Jan Novák e illustrata da Jaromír 99, Zátopek. Se non ce la fai più… accelera (Miraggi edizioni, 2023). Una lunga sequenza di tavole splendidamente disegnate sui toni del rosso, del verde e del nero e poco testo, ma efficace e calibrato in un gioco linguistico fra italiano, inglese e cecoslovacco. Un intreccio armonico, anzi un romanzo, d’amore, atletismo e politica. In sostanza, se volete conoscere dettagli sul metodo di allenamento o sulle gare leggete il libro di Kozik; se volete emozionarvi tuffatevi nelle pagine di Novák e Jaromír 99 che, guarda un po’, si chiudono con la meravigliosa riproduzione grafica del famosissimo bacio olimpico fra l’uomo chiamato cavallo e la giavellottista che seppe fargli esprimere tutto il suo infinito potenziale e, soprattutto, tenergli gagliardamente testa. 

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