La Polonia annichilisce l'Italia. Per gli azzurri è argento europeo

Eleonora Cozzari

La nazionale di De Giorgi mai davvero in partita. Ma il gruppo e solido e la prospettiva obbligata è quella dei giochi di Parigi: l'oro olimpico è l'obiettivo assoluto, mai centrato, ma non impossibile

Quelli che vincono la medaglia d’argento li riconosci sempre dalla faccia. Sono gli unici che non ridono. Sul podio dell’Europeo gli azzurri di Fefè De Giorgi si posizionano uno accanto all’altro come da copione e danno la mano al Presidente Sergio Mattarella, grande appassionato di pallavolo, che li è venuti personalmente a vedere. Come fece con la partita inaugurale del Mondiale 2018 al Foro Italico. Ma sarà l’unico sorriso che rilasceranno. Perché tra chi ha vinto la partita più importante (la Polonia, con un 3-0 netto) e chi si è conquistato l’ultimo gradino del podio (la Slovenia, battendo la Francia campione olimpica), tu sei l’unico che ha perso.

La Polonia, in una serata di grazia (ma con quei giocatori non resterà isolata) annichilisce l’Italia a partire dal servizio, il solo fondamentale individualista della pallavolo, manda in tilt la ricezione azzurra e impedisce agli attaccanti di tirare a tutto braccio. Non hanno la mente libera gli azzurri, subiscono e non restituiscono. Come riuscirono a fare invece un anno fa a parti invertite. Quando nell’arena di Katowice, sotto 1-0, pezzetto per pezzetto demolirono i sogni di gloria polacchi e si presero il Mondiale. Stavolta la Polonia guidata dal serbo Nicola Grbic e trascinata dal “cubano” Wilfredo Leon (che un anno fa non c’era, stava recuperando da un’operazione al ginocchio e oggi è l’MVP), si é presa la rivincita.

L’Italia non è mai davvero in partita. Nel terzo set, sotto 2-0 è parsa molto più incisiva, Daniele Lavia, con percentuali stratosferiche (88% in attacco) guidava la rimonta. Ma non è bastato. “Questa medaglia pesa” commenta lo schiacciatore calabrese soppesando l’argento al collo. “Non è quello che volevamo, ma il percorso che abbiamo fatto da due anni a questa parte è sopra ogni aspettativa”. E ha ragione Lavia, non solo perché, come dice Velasco: “le finali le puoi vincere o perdere, l’importante è giocarle” (che comunque è vero) ma perché quando Ferdinando De Giorgi rifondò l’Italia dopo i Giochi di Tokyo, ripartiva da zero con un gruppo di ragazzi sì talentosi, ma completamente nuovo. Alcuni addirittura alla prima esperienza.

Vincere subito l’Europeo del 2021 e soprattutto ripetersi al Mondiale 2022 ha dato consapevolezza al gruppo e gli ha certificato che la strada era giusta. Ma siamo ancora all’inizio. Tra qualche giorno la Nazionale si ritroverà di nuovo per preparare la qualificazione olimpica in programma dal 30 settembre all’8 ottobre in Brasile. Ma la partecipazione ai Giochi di Parigi non è in dubbio (se non dovesse arrivare in campo, il ranking sopperirebbe) e allora lì si rinnoverà ancora la sfida tra Italia e Polonia. “Questa partita ricapiterà, come oggi è ricapitata a loro”, dice Yuri Romanò con uno sguardo di sfida che non lascia dubbi alcuni sullo stato di salute mentale dell’Italia. I ragazzi stanno bene. Solo un pó acciaccati. E poi aggiunge: “I polacchi hanno giocato benissimo e noi dovevamo fare di più per restare in partita, abbiamo subito troppi break e l’Italia si è vista poco. Ci serva da lezione”. Magari amara. Ma chissà, forse salutare. In vista dell’appuntamento più importante di tutti, Parigi 2024. Perché c’è ancora da lavorare ed è bene che i ragazzi di Fefè De Giorgi non si lascino lusingare troppo.

L’ obbiettivo è quell’oro olimpico che mai la nazionale maschile, neanche quando De Giorgi era in campo con i Fenomeni degli anni ‘90 è arrivato. Due ori e un argento in tre anni sono un risultato eccezionale e anche se la delusione oggi é cocente deve essere trasformata in benzina. “Che peccato, davanti a questo pubblico non riuscire a festeggiare”, spiega Alessandro Michieletto, il piú inconsolabile di tutti, quello che a fine partita non riesce a trattenere le lacrime, che quasi si lussa una spalla per andare a recuperare uno degli ultimi palloni per provare a riaprire la finale. “Non ci abbiamo messo il 100% sono amareggiato per quell’ultimo set. Ora fa male ma ci servirà. Guardiamo avanti siamo giovani, meglio perdere oggi che a Parigi. Perché nessuno pensi che abbiamo abbassato la testa”. Non lo pensano. Ma é bene farglielo sapere.

Di più su questi argomenti: