Foto Ap, via LaPresse

a canestro

La nuova caduta di Liz Cambage tra orgoglio proprio e pregiudizio altrui

Giorgio Burreddu

La campionessa australiana di basket vuole lasciare la Nazionale australiana per vestire la canotta della Nigeria, nazione di origine del padre e nazionale che insultò nel 2021

Quando Lauren Jackson incontrò Liz Cambage per la prima volta, disse che il basket australiano aveva trovato “un’altra superstar” con il mondo ai suoi piedi, ma con “troppe aspettative” già sulle spalle. Liz era una ragazzina lunga e forte, nessuno riusciva a fermarla. Ha raccontato che un giorno un consulente australiano per lo sport andò da lei, la fece sedere, le schiaffò davanti un contratto da 80mila dollari. Bei soldi per una di appena diciassette anni. “Puoi andare al college o puoi fare la professionista”. Scelse la seconda opzione. Poco dopo era arrivata la Wnba, il grande parco giochi del basket mondiale. Liz era solo una ragazzina che giocava a pallacanestro. “Non sapevo niente. Non sapevo nulla di basket. Giocavo e basta. Quando ero bambina ero solo la più alta. Ma ero davvero brava. Nessuna poteva fermarmi. Nessun’altra donna può farlo. Questo è tutto”.

A 32 anni Liz continua a essere contesa tra il suo orgoglio e il pregiudizio degli altri. Troppo fiera per farsi mettere i piedi in testa. “Non sono il tipo di ragazza che si siederà, rispettosa. C’è una cosa che farò: me ne andrò se non mi sento a mio agio”. In carriera lo ha fatto ogni volta che ha voluto. Nonostante fosse tra le migliori giocatrici del mondo, e nonostante i 4 All Star Wnba, i premi, i riconoscimenti, gli elogi. Liz Terrible. Nel 2022 si era alzata e aveva lasciato le Sparks di Los Angeles. Voleva una pausa. Che alla fine è durata un anno. Dissero che erano tutte faccende di contratto. A chiarire i dettagli ci ha poi pensato lei: “Le Sparks sono state una bugia di Hollywood. Sono solo un'altra anima perduta per le strade di LA”. Nel mezzo ha aperto anche un profilo su OnlyFans. Allora le hanno fatto i conti in tasca. Secondo la stampa, Cambage, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Londra 2012, guadagna circa 1,5 milioni di euro all'anno.

Se n’era andata da Tulsa, alla sua prima esperienza americana. “Ho detto pubblicamente: "Non portatemi lì. Non portatemi a Tulsa, Oklahoma". Nessuna critica a Tulsa, Oklahoma. Ma avevo 19 anni e venivo da Melbourne, Australia. Una piccola, piccola peste da una delle città più cool del mondo. E mi mandi a Tulsa, Oklahoma”. A suo agio non si sentì nemmeno per le Olimpiadi di Tokyo. L’Australia l’aveva scelta per rappresentare la faccia del paese. Ma due settimane prima che iniziassero i Giochi disse no, citando “problemi di salute mentale”. “Non ho mai voluto andare alle Olimpiadi di Tokyo. Posso mostrarvi i messaggi con Sandy Brondello. Le ho detto che non volevo fare parte delle Olimpiadi. Era l'opposto di ciò che dovrebbero essere le Olimpiadi a causa delle bolle”, ha detto Cambage. "Mi davano ansia. Ogni volta che entravo in una stanza, dovevo sapere dove si trovava l'uscita. La stampa ha detto che stavo violando le regole delle bolle per andare in discoteca a Las Vegas. Non ho mai violato una bolla”.

Controversa, controcorrente, incontenibile. Decisamente incontrollabile. Padre nigeriano, madre australiana, nata a Londra. I suoi genitori si sono separati quando aveva appena tre mesi, e così si era trasferita in Australia con sua madre Julie. A Coffs Harbour, uno dei posti del surf. Melbourne è poi diventata la sua casa. Le interessavano la musica, la danza, il canto, la recitazione. Invece no: il basket. “Mamma ha visto un annuncio sul giornale dopo che ci eravamo appena trasferite nella penisola di Mornington. Ero nuova a scuola, e a causa della mia altezza ho subito un po' dalle altre bambine quindi mia madre pensava che il basket fosse un buon modo per fare amicizia, e ho fatto davvero molte amicizie”. Sua madre ha però spesso ricordato che all’inizio non sapeva tenere il pallone in mano, dribblare e tirare. Al primo canestro le regalò 10 dollari e la portò al cinema. Fu un incentivo sufficiente.

L’hanno sempre descritta come una guastafeste, una pronta alla rissa. Nel 2021 la rissa è scoppiata per davvero. Cambage era stata coinvolta in un alterco con la squadra femminile nigeriana. Liz avrebbe chiamato le giocatrici nigeriane "scimmie" e le avrebbe esortate a "tornare nel loro paese del terzo mondo”. Così aveva ricostruito news.com. Le giocatrici nigeriane confermarono: “Sicuramente ha usato “scimmie” o “scimmia”. Cambage smentì su Instagram, ma poi cancellò il post. “Anche se è australiana, sapevamo che era mezza nigeriana, quindi prima di allora sembrava che fosse una di noi", aveva detto una giocatrice nigeriana al The Telegraph. “È stata un’altra cosa che ha ferito profondamente, il fatto che abbia fatto quello e non mostri alcun rimorso”.

Poche settimane fa un nuovo putiferio. Liz ha confessato in un’intervista a Taylor Rocks che stava trattando con la federazione nigeriana. “Stiamo presentando la richiesta perché io lasci la squadra australiana per rappresentare la Nigeria”. Apriti cielo. La guardia della nazionale nigeriana, Promise Amukamara, era intervenuta immediatamente su Twitter per contestare Cambage. Amukamara ha dichiarato che entrambe le dichiarazioni di Cambage erano bugie. “Scusate, ma è falso. Ahahah,” diceva il suo tweet. Conferme non ne sono arrivate né da Otis Hughley Jr., l’ex ct della Nigeria, né da Jenna O'Hea, capitano dell'Australia. Liz, intanto, tira dritto per la sua strada. “Non ho paura di perdere il mio lavoro. Non ho paura di perdere il mio posto in una squadra. Non ho paura di cosa pensa chi. Sono una donna che sa cosa vuole e non ha paura di dirlo o di inseguirlo. Alle persone non piace questo. Alle persone non piace la mia fiducia”.

Di più su questi argomenti: