Budapest 2023

Born to be jump. I Mondiali in lungo di Larissa Iapichino e Mattia Furlani

Giorgio Burreddu

L’Italia dell’atletica leggera non aveva ancora trovato due come loro. A Budapest non cercano affermazioni nel salto in lungo, ma vogliono proseguire nel loro percorso di crescita

Lei lo chiama “fratellino”. Lui la vede come “un esempio”. Amici, colleghi, talenti. Per noi: ragazzi da medaglia. L’Italia dell’atletica leggera non aveva ancora trovato due come Larissa Iapichino e Mattia Furlani. Non contemporaneamente, almeno. Saltano in lungo. Tutti e due. Ma i loro desideri sono larghi, grandi quando i loro sorrisi. Ai Mondiali di Budapest non cercano affermazione, voglio proseguire nel loro percorso di crescita.

Larissa, 21 anni, in questo 2023 ha trovato la continuità che cercava da anni. Tre vittorie in Diamond League (Firenze, Stoccolma, Montecarlo), argento agli Europei indoor, oro agli Europei under 23: segnali di grandezza. "Ho trovato un equilibrio, ho capito come io, Larissa, devo gestire i risultati, i momenti no, la carriera e lo sport in generale”. Il 21 luglio ha portato il suo personale a 6.95, e ora è al settimo posto del ranking mondiale (guida la giamaicana Ackelia Smith con 7.08). "Sono passata dall'essere una bambina a raggiungere un risultato che mi ha travolto totalmente, mi ha sconvolto la vita per intero”.

Enfant prodige, forse, lo è ancora Mattia, 18 anni e una carriera tutta da scolpire. Aveva cominciato con il salto in alto, come il padre. Poi l’aggiunta del lungo nel 2022. “Vedevo che nel salto in lungo avevo tanti margini di miglioramento e tante possibilità di successo nelle competizioni”. Il 24 maggio scorso, a Savona, ha stupito il mondo dell'atletica con un 8,44, la misura più lunga mai registrata da un atleta Under 20 in qualsiasi condizione atmosferica. Ha fatto meglio persino di Carl Lewis. Peccato che il vento soffiasse sopra il limite consentito (di pochissimo) e gliel’abbiano annullato. “Per me Budapest è un’opportunità, sarà il mio primo Mondiale e voglio fare esperienza, perché non è ancora il mio momento. Il sogno è partecipare alla finale. Il resto si vedrà”. Sa quel che dice perché vede i fatti. Dieci giorni dopo Savona, a Hengelo, Mattia ha stabilito il nuovo record italiano under 20 con un salto di 8,24 m, superando il suo idolo Andrew Howe.

Sono allegri, spensierati, felici. E determinati a portare avanti quello che fanno. Mattia ha voluto dire a tutti che lo sport, per lui, è “una passione, più che uno sfogo. Il campo è il mio posto sicuro”. Nel 2024 avrà la maturità e Parigi. Ma, ha detto lui, “le Olimpiadi sono molto dopo gli esami: sono tranquillo”. Appassionato di videogame, di basket (idolo Kobe), sì ai social, no al loro abuso. “La gente giudica in base all’ultima notizia, ma non sa che nell’atletica ci sono più sconfitte che vittorie”. Furlani è la faccia bella della gioventù. “Ho voglia di trasmettere emozioni. E se un solo bambino decidesse di andare al campo perché mi ha visto saltare, il mio compito si sarebbe quasi del tutto realizzato”. Lo chiamano Spider Man, ma i salti e le piroette dell’uomo ragno pare non c’entrino nulla. Gli amici di sempre vedono in lui la somiglianza con Miles Morales, il personaggio della saga Marvel. Tant’è.

Sono figli delle stelle. La mamma di Mattia è Khaty Seck, origini senegalesi, che lo allena. “È il mio angelo”. È stata una buona velocista. Marcello, il papà, saltava in alto. Stelle sono anche i genitori di Larissa. La mamma è Fiona May, due argenti olimpici nel salto in lungo, l’ultimo a Sydney due anni prima di avere Larissa, e due ori mondiali. Il babbo è Gianni Iapichino, che saltava 5 metri e 70 con l’asta e adesso è un golfista. A livello atletico, ha raccontato una volta Larissa, “molte caratteristiche della corsa le ho prese da lui, la mamma ha sempre avuto la falcata più lunga. Del babbo ho il caratteraccio, l’esuberanza. E il senso dell’umorismo, qualche volta sono anche simpatica”. Le piace l’arte, segue la moda. Alle elementari vinse un premio di poesia. Quando era piccola voleva fare la scrittrice o al massimo la giornalista. Adesso segue altre strade. Una cosa è sicura: born to jump. Vale per entrambi, eh.