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L'Olimpia a un passo dalla vittoria, ma la Virtus ha voglia di riscatto

Umberto Zapelloni

Nella serie finale nulla è scontato. Il vantaggio acquistato in casa, al Mediolanum Forum, non è risolutivo per Milano in una serie in cui la marea tira una volta da una parte e la bontà dopo dall'altra

“Milano la settima in casa non la perde mai e poi mai”. Il vecchio saggio del basket che ci accompagna fuori dal Forum dopo il successo dell’Olimpia in gara 5 con la Virtus, non ha dubbi. Lui è uno che guarda le statistiche, ma anche gli occhi dei giocatori. Ci legge quello che non riusciamo ancora a vedere: lo scudetto del basket a due tappe dall’arrivo ha trovato il suo vincitore. Ma la serie finale di quest’anno ci sta insegnando che nulla è scontato quando in campo ci sono queste sue squadre, le più ricche, ma anche le più complete d’Italia. In gara 4 Milano ha recuperato 18 punti rischiando poi di vincere ai supplementari. In gara 5 Bologna ha quasi rimesso la testa fuori dall’acqua dopo essere sprofondata a meno 13. Sono due squadre che non mollano e non muoiono mai. Ma è terribilmente difficile se non impossibile vincere quando due dei tuoi uomini migliori fanno in tutto solo un canestro (Teodosic zero punti, Shengelia 2). “Anche loro sono umani, fatti di carne ed ossa, per cui possono incappare in una giornata storta”, la giustificazione di Don Sergio.

Bologna non ha ancora finito il suo lavoro, ma ha solo 48 ore per ritrovare le energie quelle che le rotazioni di Scariolo avevano preservato fino all’altra sera. Dopo essere risalita da 0-2 ora la Virtus ha un’altra vetta da scalare. Una scalata senza rete. Se non arriva in fondo saluta lo scudetto e si ferma ad applaudire la terza stella di Milano. Sarebbe quasi la chiusura di un cerchio: Bologna aveva festeggiato la sua prima stella sul campo dell’Olimpia nel 1984 due anni dopo la seconda stella milanese. Ora Milano potrebbe andare a prendersi la terza stella alla Segafredo Arena.

Dopo cinque partite e due supplementari non si può dire che una squadra stia meglio dell’altra. Stiamo vivendo partite che vivono a ondate. La marea tira una volta da una parte e la bontà dopo dall’altra. In gara 5 Bologna è stata davanti solo dopo il primo tiro. Un Belinelli eterno non è bastato, l’ha tenuta in corsa fino all’ultima curva, poi ha mollato, triturata da una difesa imperiale di Milano. Nessuno la può vincere da solo anche se Shavon Shields ce la sta mettendo tutta per smentirci, con 22 punti dopo i 26 dell’altra sera a Bologna. Ma per una volta sono arrivate giocate importanti anche dalla panchina, da Ricci e Biligha spesso dimenticati laggiù in fondo accanto al mistero Tonut e al super mistero Mannion dall’altra parte. ”E’ una serie che, per chi la vede da fuori, è molto bella, con squadre di alto livello, palazzi esauriti e grandi giocate individuali di campioni, che mettono le giocate decisive”, ha detto Messina che, al contrario del grande saggio del Forum, sa che la strada per la vittoria finale è ancora molto lunga.

“Penso che dobbiamo chiederci come abbiamo fatto, in queste condizioni, ad arrivare ancora in partita negli ultimi 3-4 minuti piuttosto che pensare a cosa ci è mancato alla fine -  ha invece commentato Scariolo promettendo la rivincita domani sera a Bologna - in una serata dove abbiamo avuto più di un giocatore importante non in vena, non hanno mai mollato, sono tornati un paio di volte a contatto, hanno dimostrato grande orgoglio competitivo una grandissima voglia di rimanere incollati alla partita e provare a vincerla fino alla fine”. Non c’è davvero nessuno che voglia mollare proprio adesso.

E’ il bello di questa serie finale che sta facendo bene al basket. Comunque vada a finire.

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