Foto Giovanni Evangelista/LaPresse 

calcio

L'occasione di Enzo Maresca al Leicester

Alessandro Ferri

Il tecnico di Pontecagnano, seguace del guardiolismo, è il nuovo allenatore delle Foxes. Non sarà facile superare il paragone con Sir Claudio ma ora ha la possibilità di far vedere quanto vale 

La carriera di Enzo Maresca può essere riassunta in sette foto che hanno segnato la sua storia. Lui che esordisce nel calcio con la maglia del West Bromwich Albion nel 1998, lui che segna il suo primo gol in Serie A, con la maglia della Juventus nel derby di Torino del 24 febbraio 2002 ed esulta mimando le corna di un toro, lui che alza la Coppa Uefa della stagione 2005-2006 (la prima delle due che vincerà col Siviglia) dopo aver segnato una doppietta al Middlesbrough in finale, lui che festeggia la vittoria del titolo inglese under 23 da allenatore delle giovanili del Manchester City nel 2021, lui che lascia il Tardini di Parma per l’ultima volta, prima di essere esonerato, dopo un pareggio per 1-1 col Cosenza il 21 novembre dello stesso anno, lui a Istanbul, che si gode la vittoria della Champions League insieme a Pep Guardiola, lui sorridente, con in mano la maglia del Leicester con su scritto il suo nome e il numero 2026.

Enzo Maresca è il nuovo allenatore delle Foxes, il primo italiano dopo Ranieri, e avrà il compito di riportarle in Premier League dopo la retrocessione di questa stagione. Sul suo profilo Instagram ufficiale, la squadra inglese ha scelto di annunciarlo con una frase in italiano un po’ traballante. Il post recitava infatti, prima della correzione “La nuova volpe è al commando”. Poi qualcuno gli ha fatto notare che Maresca era stato nominato allenatore e non feldmaresciallo e allora lo hanno cambiato.

La sua storia è quella di un buon giocatore che sta piano piano diventando un allenatore maturo.

Nel suo percorso di crescita c’è ovviamente un riferimento principale: quel Guardiola che ha scelto, come Socrate, di ammettere alla sua scuola solo pochi eletti: lui, Mikel Arteta dell’Arsenal e l’eterodosso allenatore del Brighton Roberto De Zerbi, che segue il guardiolismo senza aver mai collaborato col tecnico catalano. Tutti fanatici del bel gioco, del fraseggio stretto, del dinamismo, della ripartenza dal basso. Tutti ossessionati non tanto dal risultato, quanto dalla prestazione, in un mondo che invece pretenderebbe l’esatto contrario. I guardiolisti sono una cerchia ristretta di innovatori a tutti i costi, che spesso fanno i conti con l’estremismo delle loro idee tattiche e con l’incapacità di accantonarle quando serve pragmatismo. Non fa eccezioni il loro leader: Pep che è l’unico al mondo ad aver fatto il triplete due volte con due squadre diverse, ma che ha aspettato dodici anni prima di vincere di nuovo una Champions League.

Enzo Maresca ora ha la possibilità di far vedere quanto vale dopo aver deluso alla sua unica esperienza da capo allenatore in una squadra non giovanile: a Parma le cose non sono andate bene e non si è praticamente visto nulla dell’avanguardia tattica che va perseguendo.

Ora, in un contesto differente, dove ancora una volta potrà lottare per la promozione, il tecnico di Pontecagnano dovrà dimostrare, soprattutto a sé stesso, di essere pronto a camminare da solo.

Essere un allenatore italiano a Leicester non è facile: sarà inevitabile il paragone con Sir Claudio, ma sarebbe strano il contrario del resto. Quello che Maresca può fare però, è dimostrare di essere un gestore intelligente, uno che può far tornare i campioni d’Inghilterra del 2016 nel massimo campionato.

Solo due squadre che hanno vinto la Premier, dal 1992, anno della sua riforma, sono poi retrocesse. Blackburn e Leicester si incontreranno nella Championship 2023-2024 per provare a darsi battaglia e ammazzare l’una le speranze dell’altra.

Può Maresca essere l’uomo giusto? Di sicuro ha dalla sua la storia personale e il cammino che ha fatto. Certo, la proprietà thailandese del club non ha puntato su un allenatore già affermato, ma del resto anche il Burnley quest’anno si è affidato a Vincent Kompany e ha vinto il campionato.

Insomma, il calcio delle idee prevede anche che si passi da momenti intermedi: se Maresca riuscirà a portare fuori dal purgatorio il Leicester, allora potrà finalmente, a 44 anni (li compirà nel 2024) spiccare il volo.

Quando De Zerbi è arrivato al Brighton, a settembre scorso, Graeme Souness, leggenda del calcio scozzese passata anche dalla Sampdoria tra il 1984 e il 1986 si chiese "ma questo chi è?". Oggi è considerato forse il miglior allenatore della Premier, almeno stando a sentire Guardiola, dopo che è riuscito a far qualificare per la prima volta nella storia i Seagulls all’Europa League. Questa nouvelle vague di allenatori italiani sembra destinata a far bene.

Se Maresca, giocatore di buon livello, allenatore in erba, seguace del guardiolismo, riuscirà a far girare bene gli ingranaggi, potremmo dire di aver portato oltremanica un altro talento, che qui, per una serie di contingenze, non è stato valorizzato. Né da calciatore, né da allenatore.

 

Di più su questi argomenti: