(foto EPA)

formula 1

La prova di forza del cannibale Verstappen al Gp di Miami

Fabio Tavelli

L'olandese parte nono e vince il terzo Gran premio stagionale staccando tutti. Male la Ferrari, oramai la quarta forza dietro anche ad Aston Martin e Mercedes

Per fortuna Sergio Perez aveva detto dopo aver fatto la pole che senza safety-car Max Verstappen non gli si sarebbe avvicinato. No, eh…? Non solo gli si è avvicinato ma lo ha anche inesorabilmente passato facendo “ciao ciao” dal finestrino. Di safety non si è vista traccia. Il dettaglio non piccolo è che Perez partiva davanti a tutti mentre il campione del mondo era nono. Prova di forza senza eguali per Max, un cannibale stile Pogacar che ha iniziato a recuperare posizioni su posizioni pur partendo dalla quinta fila. La strategia della Red Bull è stata perfetta. Nella sua consueta predizione delle strategie possibili la Pirelli non aveva previsto alcuna ipotesi di partenza con gomma bianca. Complimenti.

 

Verstappen (ma anche Hamilton che aveva fatto male in qualifica) al semaforo verde montava la gomma dura e con lei ha percorso 46 giri su 57. Perez ha fatto il contrario. Ha messo la gialla e dopo 20 la bianca. Verstappen ha passato tutti con la bianca e quando ha messo la gialla ha impiegato un giro per divorare il suo compagno di squadra e prendersi anche il punto addizionale con il giro veloce. Gioco, partita e incontro. Tre a due per l’olandese, cinque Gran Premi vinti e profezia di Russell (“li vinceranno tutti”) che rimane possibile.

Dietro i Tori austriaci brilla ancora una volta Fernando Alonso (mentre il suo compagno di squadra Stroll è naufragato), quarto podio in cinque gare per l’Asturiano, ma per lui nessuna chance di contrastare i due là davanti. La Mercedes è tornata terza forza, Russell ha chiuso quarto mentre Hamilton è arrivato sesto. Difficile immaginare che i tedeschi possano essere soddisfatti ma rispetto a Baku i progressi ci sono stati, in attesa di vedere a Imola la nuova versione che nei voti di Toto Wolff dovrebbe mettere i suoi piloti più vicini alle Red Bull.

La Ferrari? Male, molto male. Sainz meglio di Leclerc ma poca roba. Imbarazzante al quarto giro una sfida a tre tra Leclerc, Magnussen e Verstappen con staccatona dalla quale il monegasco esce dietro agli altri due. E passi farsi scavalcare dal numero 1, ma anche da Magnussen non è accettabile. Qualche novità la Ferrari l’aveva portata a Miami, altre ne arriveranno a Imola. Ma la sensazione è che il difetto di fondo della macchina che Vasseur ha ereditato dal gruppo di lavoro dello scorso anno non sia correggibile nei suoi difetti strutturali. E che la classifica non menta: oggi la Ferrari è la “quarta forza”, dietro anche Aston Martin e Mercedes. Ad uscire con il morale a pezzi è Leclerc, che sembrava tornato in palla in Azerbaigian e invece a Miami è ripiombato nel baratro. Molto nervoso lui e molto nervosa la sua numero 16. Qualche escursione nelle libere, un paio di uscite a muro, una in qualifica e una gara dove ha remato contro corrente senza mai riuscire a far pesare il suo talento. Cinque gare, un solo podio. La Ferrari per ora è questa, difficile fare peggio ma soprattutto tanta fatica a fare meglio. Ci saranno gare più fortunate, magari qualcuno farà errori, pioverà, entreranno safety car, cadranno meteoriti o torneranno i dinosauri. Nell’intervista a caldo dopo la gara a Vasseur è scappato un: “dobbiamo capire”. Ecco, l’eterno ritorno dell’uguale di Frierich Nietzsche. Sipario.