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that win the best

Un brindisi a Vialli che aveva capito tutto

Jack O'Malley

Uno dei primi italiani a venire in Inghilterra. E contro gli inglesi a Wembley si è preso l'ultima gioia 

Fatemi iniziare la rubrica con un brindisi a Gianluca Vialli, che aveva capito tutto: è stato uno dei primi italiani a venire in Inghilterra, intuendo la superiorità della Premier League rispetto a una Serie A allora ancora per poco migliore del campionato inglese. Venne qui non a svernare, ma a dare tutto: ha iniziato lui, tra gli altri, l’epopea del Chelsea che nei successivi vent’anni ha vinto ogni trofeo possibile. È diventato inglese, simbolo di una squadra di cui è stato anche allenatore-giocatore, è rimasto a vivere a Londra anche dopo. E poi ce l’ha messa in quel posto con l’Italia di Mancini alla finale di Euro 2020, senza però dire cazzate sulla pastasciutta da mangiare. Riesco persino a essere contento del fatto che il suo ultimo successo sia stato a Wembley, anche se contro di noi. Cheers, Gianluca.

Il suo Chelsea, invece, non gli ha saputo regalare l’ultima vittoria della sua vita, cadendo in casa contro il Manchester City giovedì sera, là dove la notizia è che Haaland non ha segnato e che la squadra di Pep Guardiola è a cinque punti dall’Arsenal. La retorica giornalese ci ha spiegato per mesi che dopo il Mondiale sarebbe cominciato un altro campionato, e ovviamente ora si attacca a qualsiasi cosa per dire “avevamo ragione”.

Registro, alzando un sopracciglio mentre mi verso un altro bicchiere del mio brandy preferito, che in Italia è già partita la gara a chi ha il complottismo più lungo. Campione indiscusso è ovviamente Roberto Saviano, gran visir dell’indignazione facile e banale, che ha inaugurato l’anno stranamente non prendendosela con la camorra e Berlusconi, ma contro la mafia calcistica del nord che vorrebbe impedire al suo Napoli di vincere lo scudetto. E che palle. Forse ancora stanchi dopo i festeggiamenti per la vittoria dell’Argentina al Mondiale (che è come se io festeggiassi perché l’India vince il Mondiale di cricket), i napoletani si sono dimenticati di attaccare e tirare in porta contro l’Inter, e ora c’è chi cerca la rissa per una frase di Handanovic detta all’arbitro nel tunnel. Forse vi meritate il campionato saudita, dove tutti sono in erezione permanente da quando CR7 è stato presentato spiegando che il suo compito non è solo quello di giocare a calcio ma di fare progredire la cultura del paese: il ragazzo è pronto per candidarsi come leader di un partito di sinistra.

Nel frattempo è iniziato il calciomercato invernale, ma nessuno sembra essersene accorto: pochissimi affari, scambi minori, molte plusvalenze fittizie nonostante siano un po’ passate di moda, e basta. Neppure proclami, annunci roboanti, sparate a caso dei giornali tanto per riempire le pagine. Io dopo i pensieri suicidi post Mondiale sono rinato grazie all’abbuffata di Premier League di questi giorni: tutte queste partite di fila fanno bene quanto correre a stappare la mia bionda (e adesso ricomincia pure quella meravigliosa tettona della FA Cup, la cosa a tre è servita). Infine un brindisi al nostro capitano Harry Kane, il quale ha detto che il rigore sbagliato contro la Francia al Mondiale lo perseguiterà per tutta la vita. “Fa parte del gioco però – ha detto – Non mi influenzerà come giocatore o come persona. Continuerò a lavorare sodo per migliorare”. E a segnare tanto senza vincere un cazzo.
 

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