Foro Ap, via LaPresse

Qatar 2022

La Francia contro l'Inghilterra in modalità Saint-Malo

Andrea Trapani

La città bretone si è sempre difesa bene dagli inglesi, anche nel terzo e ultimo raid è riuscita a resistere. Per cambiare gli eventi bisogna diventare protagonisti della propria epoca, novanta minuti di gioco in cui uno dei due gruppi di fenomeni dirà se il pallone potrà continuare a parlare francese o se dovrà tornare finalmente all’inglese

Inghilterra e Francia non si incontrano molto spesso su un campo di calcio. Bizzarro dover sfogliare tra le statistiche per trovare qualche dato tra due nazioni così vicine. Nelle ultime due amichevoli, giocate tra il 2015 e il 2017, è arrivata una vittoria per parte utile solo per gli amanti dei numeri fini a se stessi. Altrettanto rari gli incroci sull’asse Parigi-Londra nelle partite che contano: un pareggio a Euro 2012 e due gare appena ai Mondiali. In entrambe le sfide, mai nella fase finale, hanno vinto gli inglesi. Nel 1966 Roger Hunt segnò la doppietta decisiva per il primo posto nel Gruppo 1 mentre i Blues finirono ultimi con un solo punto. In Spagna, sedici anni dopo, invece i tre punti del primo turno non servirono a niente visto che in semifinale ci andarono i transalpini (quarti).

 

Il quarto di finale tra inglesi e francesi rimane una partita con molti significati e non solo per la sua unicità. Con una così grande tradizione culturale l’aspetto sportivo è solo un vezzo, secoli di sfide e guerre non si cancellano correndo dietro a una palla. Se oggi sono due realtà più vicine di quanto non raccontino i libri, in Qatar la distanza tra le due squadre c’è ed è ben visibile a partire dalle aspettative. La Francia arriva da campione in carica e ha appena superato il tabù mondiale dell’eliminazione al primo turno per chi arriva da vincitore, mentre l’Inghilterra deve ancora combattere con i ricordi, più o meno recenti, di Mondiali finiti male e troppo in fretta. A ogni competizione ha l’onere di essere colei che ha inventato il calcio, non c’è cosa peggiore che dover rispettare la storia. Lo stesso vale per i transalpini. La Francia di Didier Deschamps si ispira ai capolavori d'ingegneria militare che proteggevano Saint-Malo proprio dagli inglesi. I bastioni della cittadina bretone ricordano quelli difensivi dell’undici transalpino. Non c’è più l’asse del 1998 formato da Thuram, Blanc, Desailly e Lizarazu, ma non è che la nuova leva sia tanto peggiore. Certo, la difesa ha subito un gol in tutte le quattro partite disputate finora, ma non è una condizione tale da far preoccupare Deschamps che aveva vissuto la stessa situazione in Russia, nel 2018, quando la sua squadra ottenne i primi clean sheet solo nei quarti e in semifinale. Quando contava, insomma.

 

L’Inghilterra, invece, è ancora ferma nella baia davanti a Saint-Malo. Gli ultimi attacchi al fortino del calcio sono falliti con due dolorose sconfitte, in semifinale nel 2018 e in finale nel 2021. Una storia già vista, avere una forza invidiata da tutti ma mai concretizzata.

 

Torniamo sul canale della Manica. Dopo aver già perso nel 1378, gli inglesi, scocciati dai corsari che stavano ostacolando i propri sogni di gloria commerciali, organizzarono una vera e propria "macchina infernale" in direzione della Bretagna: nel 1693 partì un’imponente flotta guidata da una nave lunga 84 piedi con vele nere, tre ponti e 23 cannoni a bordo. Avrebbe dovuto vincere facilmente, ma fallì. Oggi come allora, Southgate ci riprova con una generazione che deve ancora affermarsi: se il tecnico è il nuovo Commodoro, a Jude Victor William Bellingham tocca il ruolo di Thomas Phillips ovvero colui che guidò l’attacco alla cinta muraria bretone. L’obiettivo è ribaltare la sorte del suo comandante, John Benbow, che divenne famoso per la battaglia che non vinse.

 

La storia potrebbe ripetersi: Saint-Malo si è sempre difesa bene dagli inglesi, anche nel terzo e ultimo raid è riuscita a resistere. Per cambiare gli eventi bisogna diventare protagonisti della propria epoca, novanta minuti di gioco in cui uno dei due gruppi di fenomeni dirà se il pallone potrà continuare a parlare francese o se dovrà tornare finalmente all’inglese. Ci sono i saggi a dettare la linea. Da una parte Giroud che ha appena superato Henry, il marcatore francese più prolifico di tutti i tempi, dall’altra Kane a cui manca un solo gol per agganciare Rooney sul gradino più alto della stessa classifica. Senza dimenticare la migliore gioventù d’Europa: Mbappé, Tchouaméni, Foden e Bellingham sanno benissimo che la gloria non è una cosa in cui si imbatte per caso.

Di più su questi argomenti: