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il calcio nelle urne

Quello che le italiane non vogliono vedere dei sorteggi Champions League

Giovanni Battistuzzi

Si estraggono i gironi della coppa più prestigiosa del calcio europeo e Milan, Inter, Napoli e Juventus sono animati dai soliti dubbi e dalle solite speranze. Dubbi e speranze che non serve avere

Ci pensano, e ci pensano da un po’ quelle quattro, Milan, Inter, Napoli e Juventus – in odine d’arrivo, almeno la stagione scorsa – a oggi, al giorno dei sorteggi della Champions League. E ci pensano perché animati dai soliti dubbi e dalle solite speranze, ossia se è meglio o meno incontrare subito una delle favorite, e che l’urna non riservi loro un girone di quelli tosti tosti, di quelli capaci di farti risalire il pranzo di ferragosto, sempre se si faccia ancora.

S’arrovellano dirigenti e allenatori. Valutano cosa sia meglio e cosa sia peggio, ma riescono mai a trovare una soluzione presi come sono ad analizzare, anche con big data alla mano il potenziale altrui. E finiscono per dimenticre, spesso, che poi tocca scendere in campo e si sa mai chi ci si trova davvero davanti, che un’ondata di guai muscolari e non solo, può erodere anche le fondamenta più solide, o che ci si può far poco se i più forti giocano altrove. Trascurando soprattutto che tanto ai quarti di finale metà dei posti sono occupati dalle solite, ossia il Real Madrid, Bayern Monaco, Manchester City e Liverpool, e che quindi tocca cercare uno spazio tra le altre.

Dimenticano soprattutto che contano mica davvero poi tanto i sorteggi, che bisogna essere forti e avere "capacità di coppa", come sintetizzava, abbastanza svogliato, Ulrich Hoeneß per spiegare perché negli anni Settanta il Bayern Monaco era la più forte in Europa senza essere la più forte in Germania. E del fatto che contano mica davvero poi tanto i sorteggi lo ha dimostrato proprio il sorteggio degli ottavi della Champions dell'anno scorso, quello annullato e poi rifatto a causa di un errore. Il Real Madrid avrebbe dovuto incontrare il Benfica, parecchio abordabile per i più, si ritrovò il Paris Saint-Germain, che quasi tutti davano tra le più accreditate squadre per la finale. Il sopracciglio di Carlo Ancelotti salì, ma nemmeno troppo. Si limitò a dire che per alzare la coppa serve battere tutti gli altri. Pragmatico.

Eravano pragmatici pure gli italani, ma sono più i tempi nei quali Fabio Capello diceva che del sorteggio gliene fregava il giusto, cioè poco, perché il Milan si doveva mica occupare degli avversari, erano gli avversari a doversi preoccupare dei rossoneri. Retorica un po' maschia, un po' sborona, si potrebbe anche dire, ma parecchio comune e veritiera allora. Altra epoca, le squadre italiane si giocavano le coppe, o quanto meno ci andavano vicine, e il Milan più delle altre. Un po’ di pantomima la facevano comunque, se ne fa sempre nel calcio e se non ci fosse i tifosi la richiederebbero. E sempre andava a finire che si commentava che la squadra X aveva avuto la solita fortuna – la parola utilizzata era diversa, ma il concetto è questo –, la squadra Y la solita sfortuna e la squadra K invece doveva fare il miracolo che con un sorteggio del genere… C’era anche allora tutto questo, ma c’era meno ansia, meno scuse, meno pensieri foschi. Meno musica, ricchi premi e cotillon.

In questi anni i sorteggi della Champions League sono diventati uno spettacolo pomposo, una sorta di Ruota della Fortuna. Il gioco delle lettere però ha sempre una soluzione che inizia con “eliminata agli” o “eliminata ai”. È dall’edizione 2017/2018 che un’italiana non agguanta la semifinale (Juventus); è dal 2019/2020 che un’italiana non raggiunge i quarti di finale (Atalanta); per la finale tocca arrivare al 2016/2017 (sempre Juventus). Forse anche per questo che ci preoccupiamo tanto del sorteggio. È l’ultimo momento per pensare che quest’anno sì, quest’anno sarà quello giusto.

 

Chi possono incontrare le italiane? Le quattro fasce del sorteggio dei gironi di Champions League

Prima fascia: Real Madrid, Eintracht, Bayern, Psg, Porto, Milan, Manchester City e Ajax. 

Seconda fascia: Liverpool, Chelsea, Barcellona, Juventus, Atletico Madrid, Siviglia, Lipsia, Tottenham. 

Terza fascia: Borussia Dortmund, Salisburgo, Shakhtar, Inter, Napoli, Benfica, Sporting Lisbona, Bayer Leverkusen.

Quarta fascia: Olympique Marsiglia, Bruges, Celtic, Viktoria Plzen, Maccabi Haifa, Rangers, Copenaghen e Dinamo Zagabria.

 

Le regole del sorteggio

C'è niente da scervellarsi nel sorteggio dei gironi. Le regole sono poche, pochissime: quattro squadre per girone e nessun club può affrontarne un altro della stessa federazione.