Foto tratta dal profilo Facebook dell'Olimpia Milano

Virtus contro Olimpia è il meglio del basket italiano sul parquet

Umberto Zapelloni

Bologna e Milano in finale scudetto si sono già incontrate tre volte. Ha sempre vinto la prima, che ha già raggiunto l'obiettivo stagionale: vincere l'Eurocup e accedere all'Eurolega

Il basket ha rispettato i pronostici. Lo scudetto se lo giocano le favorite. Bologna contro Milano. Virtus contro Olimpia. Segafredo contro Armani. In campo ci sono 44 scudetti, 28 dell’Olimpia e 16 della Virtus. Di più in Italia non c’è. È il meglio che la nostra pallacanestro può offrire, la replica della finale dello scorso anno, l’anticipo del derby italiano che l’anno prossimo tornerà a giocarsi anche in Eurolega. Si scontrano alla meglio di sette partite le due squadre più ricche nell’albo d’oro e nei bilanci. Bologna ha il favore del campo perché ha chiuso davanti la stagione regolare. L’anno scorso lo aveva Milano e fini 4-0 per la Virtus che infierì senza pietà su un’Olimpia sgonfiatasi malamente dopo aver perso in semifinale di Eurolega. Quest’anno sarà diverso. Perché le finaliste hanno occhi e facce diverse. Voglia di graffiarsi e di non sgonfiarsi. Bologna ha già raggiunto l'obiettivo stagionale: vincere l’Eurocup e accedere all’Eurolega. Milano ha vinto la coppa Italia, ma senza scudetto la stagione sarà un fallimento. Nessuno lo dice, tutti lo pensano.

   

In finale si sono già incontrate tre volte. Ha sempre vinto Bologna, nel 1979, nel 1984 e lo scorso anno. Battuta ai tempi di Peterson e anche in quelli di Messina (sulla panchina di Bologna un anno fa c’era Djordjevic, un ex che trovò il modo di infierire. Per Milano è la ventesima finale scudetto della sua storia infinita. Ma il bilancio è di 9 a 10. Una vittoria pareggerebbe i conti.

   

 Foto tratta dal profilo Facebook dell'Olimpia Milano  
     

Bologna contro Milano è una serie dalle mille sfide. Uno scontro tra due mondi che sembrano diversi ma che poi, dopo mille giri, tornano allo stesso punto di partenza: la passione dei due proprietari. Senza Massimo Zanetti basket city sarebbe una city con un basket minore e senza Giorgio Armani Milano non avrebbe da anni il grande basket. Dio li protegga a lungo per il bene del basket. Due uomini così farebbero comodo anche al calcio che mister Segafredo ha frequentato a lungo con il Bologna.

    

Bologna contro Milano è Scariolo contro Messina. Anche qui il massimo che c’è tra gli allenatori italiani anche se quest’anno il premio come miglior allenatore dell’anno andrebbe dato a Marco Ramondino per quello che sta costruendo a Tortona grazie alla passione di un altro uomo che potrebbe tranquillamente sedersi al tavolo di Armani e Zanetti, Beniamino Gavio. Scariolo e Messina hanno vinto dovunque, hanno frequentato da protagonisti l’Nba, hanno la bacheca piena di medaglie (Scariolo ha anche quelle della moglie, ex giocatrice Blanca Ares), Messina ha in più l’Eurolega con la Virtus e il Cska, Scariolo la gloria con la Spagna e con Toronto. Sono quel che si dice due santoni del basket. Due della vecchia guardia che tengono ancora a distanza le mute scatenate dei giovani. Si stimano. Ma hanno una voglia matta di battersi.

   

Bologna contro Milano è Belinelli, Hackett, Pajola, Mannion contro Melli, Datome, Ricci, Baldasso. Italiani veri. Italiani che possono fare la differenza. Ricci e Hackett sono anche ex, più avvelenato il Daniel che Milano non volle più ai tempi di Proli. Ma Bologna contro Milano è anche il Chacho contro Teodosic, nobili del parquet, uomini dal grande passato che vorrebbero anche un pezzo di presente.  E non dimentichiamo Shengelia, Alibegovic, Hervey e Sampson contro Hines, Shields e Hall. Ci sono stelle in ogni angolo del parquet. È davvero la finale che il basket si aspettava con buona pace di Tortona e Sassari che hanno dato il massimo, ma non avevano il budget per contrastare simili super potenze.

    

E poi sarà finalmente una finale da tutto esaurito. Bologna e Milano riempiranno le arene per uno spettacolo che anche in tv dovrebbe finalmente sfondare tra Rai, Eurosport e Discovery. È quello che si augura Umberto Gandini il presidente della Lega che ha trovato nuovi sponsor, ma non ha ancora debellato vecchie gelosie e i soliti problemi.

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