Foto LaPresse

il foglio sportivo

Basterà il coraggio alla Ferrari per tornare a vincere in Formula 1?

Umberto Zapelloni

La nuova F1-75 è bella, innovativa e ambiziosa, ma ha un obbligo: essere competitiva e riportare il Cavallino in alto. Nel 2022 la Rossa non può più sbagliare

La nuova Ferrari F1-75 strizza l’occhio alla storia della Scuderia e dell’azienda che a marzo festeggerà il 75esimo compleanno. Ma questa volta non basta essere le più belle alla sfilata di inizio anno. Vincere il titolo di miss Formula 1 2022 non porta da nessuna parte. Non più. Perché dopo due anni senza vittorie la Ferrari è obbligata a vincere. Se non il Mondiale almeno un bel numero di gare. La rivoluzione regolamentare, mai così forte in anni recenti, ha costretto tutti a ripartire da zero. È l’occasione da non perdere. Lo ha detto anche il presidente John Elkann promettendo ai tifosi: “Ricambieremo la vostra lealtà e torneremo a vincere”. Aggiungendo anche che “la responsabilità di far ottenere risultati a questa macchina e di soddisfare le aspettative dei tifosi in tutto il mondo è nelle mani di Mattia, Charles, Carlos e di tutta la squadra”. Io vi ho dato il pallone, adesso tocca a voi fare gol. Non suona come un ultimatum perché Elkann non è uomo da ultimatum. Ma fa ben capire a chi è in Ferrari oggi quali responsabilità abbia. A cominciare da lui che fa le scelte, ovviamente. Questa nuova Ferrari è una monoposto coraggiosa. Così l’ha definita Binotto. Ma la domanda che viene spontanea ora è: basterà essere coraggiosa?

 

Coraggio è stata la parola più gettonata da tecnici e opinionisti per descrivere la F1-75. Binotto ha dato il via, tutti lo hanno seguito come si fa con un  grande comandante. Il coraggio questa volta non è la virtù dei forti, ma di chi ha cercato il colpo a sorpresa per ribaltare il destino e lasciare gli avversari senza fiato. Un coraggio che sconfina quasi nell’incoscienza come conferma il paragone fatto con la Mercedes di Hamilton presentata venerdì, molto convenzionale rispetto alla rosso-nera di Maranello, molto in linea con altre monoposto viste fin qui. La Ferrari ha preso indubbiamente una strada diversa. Ha giocato pesante, ma solo la pista ci dirà chi ha avuto davvero ragione.  
La F1-75 è una monoposto nata in galleria del vento seguendo uno schema di gioco che non era mai stato messo in campo. La Ferrari ha provato a lavorare come mai aveva fatto prima. Ha giocato molto di squadra come ha voluto sottolineare Mattia Binotto, ma soprattutto ha cercato di far lavorare come un tutt’uno aerodinamici, telaisti e motoristi. Sembrerebbe una strategia scontata, ma a Maranello (uno dei rari team di Formula 1 che ancora si fa tutto in casa) non era scontato. Le liti tra i reparti hanno riempito le cronache famigliari di casa Ferrari negli anni. Questa volta tutto è partito dall’aerodinamica che ha indicato la strada a telaisti e motoristi che hanno adeguato l’architettura del nuovo motore ai flussi del vento. “L’aerodinamica è stata senz’altro la nostra priorità numero uno. L’abbiamo affrontata con mente aperta cogliendo l’opportunità di regolamenti così diversi per curiosare in tante direzioni, anche lontane dalle tendenze degli ultimi anni”, ha spiegato Enrico Cardile che è Head of Chassis, quindi responsabile di telaio e aerodinamica insieme.

Anche Binotto ha voluto sottolineare come prima di scegliere la strada che ha portato alle forme innovative della F1-75 siano state percorse diverse strade anche in netto contrasto tra loro prima di scegliere quella che ha prodotto una monoposto davvero coraggiosa e innovativa con quel corpo centrale scavato, sinuoso e quasi artistico, con quelle branchie di respirazione sul cofano motore che assomigliano tanto ai tagli che Fontana faceva sulle tele e Flavio Manzoni ha riproposto sulle Ferrari stradali.

Per capire se tanto coraggio ha portato al risultato sperato servirà un po’ di pazienza. Ci vorranno quattro o cinque Gran premi per capire il valore delle monoposto. “Mi aspetto meno differenza tra la prima e l’ultima, ma anche che auto oggi molto diverse tra loro alla fine convergeranno. Per capire il potenziale della nostra vettura e il livello della concorrenza non basteranno le prove pre campionato o le prime gare”. I più curiosi sono i piloti. Finora hanno scherzato e lavorato sul loro rapporto di coppia. Ma come Leclerc ha serenamente ammesse gli ha fatto male finire dietro a Sainz lo scorso anno.   “Siamo liberi di lottare tra di noi. Ma dovremo farlo con intelligenza, ha aggiunto. Le nuove regole promettono sorpassi più facili, battaglie più ravvicinate dove l’uomo potrebbe tornare a fare la differenza. Ci vorrà un po’ per capire lo stile di guida migliore per queste auto con l’effetto suolo e molto più pesanti e rigide.

“Chi riuscirà a capire meglio le nuove vetture partirà avvantaggiato. All’inizio potrebbe fare la differenza”, aggiunge Sainz. La Ferrari è convinta di aver fatto bene i compiti a casa, di aver lavorato in modo inedito  su aerodinamica, telaio e soprattutto sul motore che poi resterà congelato per quattro anni. “In questo momento non considero la possibilità di un fallimento e non abbiamo neppure un piano B, ma non sono neppure nervoso perché so come abbiamo lavorato”. D’altra parte quando l’arbitro decide di far ripartire da 0-0 una partita in cui si stava perdendo 4-0, la situazione diventa irripetibile. Fallire sarebbe imperdonabile.

Di più su questi argomenti: