il foglio sportivo

Quando il Racing vinse al Totocalcio

Alberto Facchinetti

Azzeccarono tutti i risultati, compreso il loro. Volevano diventare ricchi, non fu così

Nel tardo pomeriggio i calciatori del Racing di Cordoba controllano la schedina che hanno giocato in settimana. È domenica 6 maggio 1984, in Argentina la sesta giornata del campionato Metropolitano è quasi conclusa. Al momento hanno azzeccato dodici risultati su dodici, compresi il pareggio del River Plate di Francescoli con Atlanta e la vittoria dell’Argentinos Juniors di Pasculli sull’Huracan. Per fare tredici al Prode, il totocalcio argentino fondato nel 1972, è ora sufficiente la loro vittoria nel posticipo serale con il Ferro Carril Oeste.

  

La moglie del centrocampista Miguel Angel Seronero aveva avuto il compito di andare in ricevitoria e compilare la schedina (ai tesserati era proibito) con i 3.200 pesos arrivati dal fondo multe della squadra. La vittoria casalinga del Racing diventa determinante per il tredici e la conquista del montepremi.

 

Agli inizi degli anni Ottanta il Racing, detto anche “La Academia cordobesa”, sta vivendo i suoi anni migliori, prima col Coco Basile in panchina e adesso con Jorge Pedro Marchetta. Però il Ferro Carril Oeste non è da meno. Anzi, il club ha vinto per la prima volta il campionato (in quegli anni era denominato Nacional) nel 1982 e poche settimane dopo avrebbe rivinto quello del 1984. Per il calcio argentino siamo nel periodo in cui in una stagione l’Afa organizza due campionati, il Nacional e il Metropolitano.

  

La partita è dunque difficilissima per il Racing. Si gioca allo Stadio Juan Domingo Peron, casa dell’Instituto Atletico Central Cordoba, perché il Miguel Sancho del Racing è in via di ricostruzione. Per l’occasione c’è anche la diretta televisiva.

 

La squadra di Marchetta va in vantaggio con Roberto Gasparini, il miglior calciatore della loro storia che qualche tempo dopo si trasferirà al Rosario Central per conquistare un titolo nazionale. Il capitano indossa la dieci e fa un gol che è un capolavoro. Appena fuori dall’area scavalca l’avversario con un pallonetto e poi va a colpire al volo di sinistro. Pareggia il Ferro con una rete di testa del difensore Cuper, sì proprio Hector, allenatore più tardi del Valencia e dell’Inter. Ma lo stimolo per una vincita al Pronosticos Deportivos è forte, più che per i due punti da conquistare sul campo. Siamo alla sesta di campionato, non una è gara decisiva. È ancora el Pato Gasparini a conquistare una dubbia punizione al limite dell’area, quando manca poco al fischio finale dell’arbitro. Tira di destro, c’è una deviazione e i ragazzi del Racing esultano come avessero appena vinto la Copa Libertadores. Tutti ad abbracciarsi davanti alla panchina di Marchetta. Nessun allo stadio Peron capisce il motivo di tanta felicità. Ancora meno chi è davanti alla tv.

 

Il montepremi del Prode di quella giornata è alto, perché si è sommato a quello precedente che non era stato vinto. Dopo la partita tutti vanno a divertirsi, cenando nei migliori ristoranti di Cordoba. Alle due di notte attendono davanti all’edicola l’uscita del giornale e scoprono l’amara verità. L’incasso per persona sarebbe stato molto più basso del previsto. Il regista Mauro Beccaria su questa storia divertente ha girato un documentario in onda in queste settimane su una tv a pagamento argentina. Il film si intitola Prode.

 

“Le schedine vincitrici del concorso – racconta Beccaria al Foglio Sportivo – furono complessivamente 94. Il montepremi complessivo era di 2.000.0000 dollari, per capirci il valore di 100 appartamenti a Cordoba. Alla fine i 40 componenti del Racing si sono dunque divisi il corrispondente economico di un appartamento o di una Mercedes Benz. Alla cifra va tolto il 30 percento di tasse. All’epoca i calciatori del Racing guadagnavano uno stipendio non molto superiore a un lavoratore normale”. Oggi davanti alle telecamere i calciatori sorridono, allora non lo fecero quando scoprirono in piena notte che non sarebbero diventati milionari.

 

L’Afa nel frattempo si accorge di quello che sta succedendo e proibisce così i posticipi di campionato, almeno fino a quando la forza della televisione non li impone nuovamente.

 

“La storia non era molto conosciuta nemmeno in Argentina – continua il regista – ma a Cordoba se ne è sempre parlato molto. È stato bello raccontare questo episodio, grazie anche al produttore Manuel Vivas e allo sceneggiatore Juan Pablo Cossutta, il primo ad avere l’idea. Nel film viene raccontata anche Cordoba e cosa rappresentavano allora il futbol e il club, in generale vengono descritti gli anni Ottanta e l’importanza che i calciatori, e in generale tutti gli argentini, davano al denaro”.

 

Cordoba è una città molto calcistica, non meno di Rosario. Anche se le manca un derby della portata di quello tra Newell’s Old Boys e Rosario Central. Le squadre principali sono quattro. Oltre al più piccolo Racing, oggi sprofondato in quarta serie, ci sono Talleres, Belgrano e Instituto. La città è piena di murales futbolistici. Ogni barrio ha i propri colori. Quello del Racing si chiama Nueva Italia e si trova nella parte a nordest della città. Il classico più sentito è tra Talleres e Belgrano. Lo stadio più importante si chiama dal 2010 Mario Alberto Kempes, calciatore nato in provincia e poi diventato grande altrove. Ogni tribuna è intitolata al principale idolo dei quattro club cittadini. La nord si chiama Daniel Willington (Talleres), la sud Luis Fabian Artime (Belgrano), la ovest Osvaldo Ardiles (Instituto), la est è denominata proprio Roberto Gasparini. Anche il Pato è stato intervistato per il film, risultando molto divertente anche per alcuni aneddoti sull’allenatore Marchetta.

 

La sconfitta a Cordoba costerà il titolo al Ferro Carril Oeste. Arriverà infatti all’ultima giornata a pari punti con l’Argentinos Juniors, ma il pareggio nella partita conclusiva con l’Estudiantes e la contemporanea vittoria dell’Argentinos fa vincere il Metropolitano a questi ultimi. Capocannoniere del torneo è Enzo Francescoli del River. I biancocelesti del Racing arrivano quarti, il secondo miglior risultato dopo il secondo posto al Nacional 1980.

Di più su questi argomenti: