Fausto Coppi alla Tre Valli Varesine (foto LaPresse)

Il Grande Trittico Lombardo è l'impossibile che si realizza

Giovanni Battistuzzi

Per anni Vincenzo Torriani, lo storico patron del Giro d'Italia, provò a unire i tre simboli di Coppa Agostoni, Tre Valli Varesine e Trofeo Bernocchi in una tappa rosa. Il coronavirus ha fatto realizzare il suo progetto

A vederli sulla mappa Legnano, Lissone e Varese sono vertici di un triangolo scaleno. Tra loro ci sono appena qualche centinaio di chilometri quadrati. A dividerli però c'è molto di più. C'è una rivalità antica come la bicicletta. Questione di uomini che correvano per il buon nome del proprio paese, declinazione a pedali del solito campanilismo italiano. Questione di modi diversi di intendere il ciclismo e, con il ciclismo, anche un po' la vita. Questione di corse.

 

Perché fuori dalla Milano che pensava in grande, che ambiva a unire tutto, dalla Riviera al Piemonte fino all'Italia, c'era una Lombardia che badava al sodo, a fare le cose piccole, ma per bene. Un po' per frivolezza, per rendersi più bella agli occhi degli altri. Soprattutto per necessità, perché di pane e bicicletta si nutrivano, e si nutrono ancora, in tanti. Coppa Agostoni, Tre Valli Varesine e Trofeo Bernocchi sono necessità storiche, evidenze territoriali, molto più di semplici corse.

 

La Bernocchi è Legnano. L'Agostoni è Lissone. La Tre Valli Varesine è Varese. E vale il contrario, sussiste un rapporto biunivoco tra paese e gara, un legame orgoglioso tra territorio e creatura. Sono sempre state vicine ma distinti. Chi preferiva l'autunno, chi la primavera, chi si doveva rassegnare all'estate. Erano anni nei quali i grandi eventi non esistevano, perché ogni evento bastava a se stesso, era una festa paesana. Poi questo non bastò più, tutto diventò più grande e l'essere piccoli non era ancora un orgoglio. Per anni provarono ad accordarsi, ma per due che erano d'accordo una non lo era. Niente di diverso da quello che sempre successo. Poi accadde l'insperato. La prossimità divenne Trittico. E lo diventò per furbizia e campanilismo, insomma per interessi diversi ma comuni: regalare per un giorno i migliori corridori al mondo ai loro territori. Si spostarono tutte ad agosto, si tramutarono in Premondiali e questo bastava per garantire di avere gran parte del meglio che c'era in giro. Era il 1977. Francesco Moser vinse l'Agostoni, Beppe Saronni la Tre Valli Varesine ed entrambi persero la Bernocchi perché spesso si prova una gran soddisfazione anche a vedere l'altro perdere. Davanti a tutti finì Carmelo Barone senza rubare niente a nessuno, anzi.

 

Tre corse che sono andate avanti affiancate da allora. Ognuna con il proprio percorso, con la propria identità e la propria storia. Ognuna bandiera del proprio territorio. Vincenzo Torriani, per cinquant'anni patròn del Giro d'Italia, provò a unirle e farle diventare tappa. Fallì sempre. Per lo stesso motivo di prima: per due che erano d'accordo una non lo era. E a un certo punto desistì completamente.

 

Unire i simboli di tre corse sembrava impossibile. D'altra parte se non c'era riuscito il maestro, colui che riusciva a convincere chiunque, voleva dire che non c'erano possibilità.

 

A unire i simboli di tre corse c'è riuscito il coronavirus. Anche perché, forse non c'erano alternative: o sforzo comune o saltava tutto. Lo sforzo comune è il Grande Trittico Lombardo di oggi, quello vinto da Gorka Izaguirre dell'Astana. E poco male se, almeno nel ciclismo, tri is sempre megl che uan, almeno per quest'anno nessuno se ne lamenta. Anzi.

 


Il percorso del Grande Trittico Lombardo